#ritrattidautore di Elena Galifi
La Roma di ieri nell’intervista a Nadia Natali, grande interprete della cultura romanesca
Nadia Natali è una vera artista, una cantante completa che proviene dal jazz, che ha studiato anche canto lirico, ma che ci dice “Intanto che muovevo i miei primi passi, sentivo mia madre cantare i classici della canzone romana. Sono capitolina purosangue, i classici all’ombra del cupolone ce li ho nel DNA. Mi sono detta: provo a scrivere per il teatro, pur continuando a cantare. Insomma… me la canto e me la recito”.
Da questa idea nascono due grandi spettacoli che mettono in scena la cultura romanesca: “Na passione Romana”, in scena da quattro anni, e il neonato “De Core” di nuovo in teatro il 27 aprile prossimo con i due musicisti Massimo Aureli alla chitarra e Vincenzo Barbalarga alla fisarmonica per un viaggio musicale nel tempo.
E in “De Core” c’è tutta la Roma di una volta…
Nel racconto personale di Nadia, emerge come il Rione Monti si è trasformato e a lei, che conosce bene quei vicoli, di ieri e di oggi, chiederemo cosa è rimasto dell’immagine di persone e personaggi che animavano i vicoli della Roma di una volta o di case d’abitazione, vie strette, botteghe artigiane o negozietti della Roma ottocentesca che intrecciava il suo quotidiano immerso nella storia della antica Roma.
E proprio come dice la canzone…
Vecchia Roma
sotto la luna
nun canti più
li stornelli,
le serenate de gioventù.
Er progresso
t’ha fatta grande
ma sta città,
nun è quella
‘ndo se viveva tant’anni fa…
Nadia, ci dici cosa è rimasto del vecchio Rione Monte, detto “Li Monti” nell’immagine di un tuo ricordo di infanzia racchiuso in un angolo, una parola, un profumo, un’immagine?
Lo spettacolo che sto portando in scena, ‘DeCore’, nasce proprio dalle passeggiate che facevo a Monti con mia madre e mio padre, ‘monticiani’ veraci legatissimi al loro ‘primo rione di Roma’ di cui andavano orgogliosi.
Sono cresciuta ascoltando i loro racconti, ritrovando due finestre, un portone, i colori di un’estate, una fontana, durante le passeggiate. Era una Roma che non aveva soldi, ma… aveva tutto. Calore umano, partecipazione, valori: avevano quel che, oggi, pagheremmo oro. Una parola per quei tempi e quella gente: amicizia.
Da romana verace, c’è chi dice che la moderna pittoresca Suburra, quale centro di incontro e di ristorazione tipica, sia stata Trasteverizzata. Tu credi invece che abbia ancora una propria identità d’oltre Tevere?
A mio avviso ormai il business-Roma impera anche a Monti, tranne pochi casi: qualche trattoria o ristorantino che conserva ancora le caratteristiche originarie. Purtroppo, oggi riesci a respirare il rione Monti attraverso l’architettura, non certo grazie a chi vi vive o percorre quelle strade come turista o visitatore. Di romano DOC è rimasto molto poco. Sono fortunata a non subire tutto questo, poiché percorro Monti sulle ali dei ricordi dei miei, e sulla memoria di quella che ero da bambina. Monti, me lo porto nel cuore.
Come è cambiata a Roma la convivialità da ieri ad oggi tra stornelli e piatti tipici, botteghe e vicoli, vecchie osterie e nuove tendenze?
Roma è Roma, anche se imbrigliata e impoverita dalle regole del mercato globale. Ciò che ho detto a proposito del rione Monti, vale in generale per l’intera città.
Per quanto mi riguarda io propongo spettacoli basati sulla tradizione romana, proprio perché tengo a ‘conservare le chiavi di casa’. Gli spettatori che mi ascoltano cantare e recitare, s’emozionano perché parlo direttamente alla loro memoria e al loro cuore.
Quale bimba sei stata attraverso una canzone che più di tutte ti ha accompagnata nell’infanzia
Da ragazzina ascoltavo tanta musica e, comunque, ho sempre prediletto canzoni – sia italiane che straniere – di genere sentimentale o, se vuoi, d’amore. Sono stata una bambina allegrissima, estroversa, spesso un vero ciclone, ma tanto simpatica. In questo caso, non saprei indicarti un solo titolo. Una delle tante canzoni, potrebbe essere ‘Chissà se lo sai’ di Lucio Dalla.
Se Nadia si raccontasse attraverso le canzoni popolari romanesche, quale ti rappresenterebbe oggi come donna?
Pensare a una canzone della tradizione popolare romana che mi rappresenti per quella che sono oggi, mi porta senza dubbio verso la serenata.
È la melodia antica di una serenata a smuovermi le emozioni, inoltre il mio animo mi porta a seguire i sentimenti, l’amore. Così penso che una serenata contenga tutto questo perché è la composizione musicale che più somiglia a una lettera d’amore. Vuoi un titolo? ‘Serenata a ponte’ – ma anche altre. Ti confido che mi piacerebbe creare uno spettacolo composto interamente da serenate.
Quali canzoni, che ti appartengono, raccontano Roma?
Se parliamo di canzoni romane ce ne sono molte, ma ce n’è una, credo sia l’icona della musica romana per eccellenza, “Roma nun fa la stupida stasera”. Sono legata a questa canzone, perché grazie al “Rugantino”, Roma mia, bella e affascinante, ha potuto viaggiato nel mondo libera. Affacciate Nunziata, straordinaria composizione melodica, armoniosa come il corpo di una donna, eh si! credo proprio che ogni donna dovrebbe avere una serenata così sotto al balcone di casa. Sinno me moro, brano struggente e molto emozionante. I brani viaggiano a seconda dell’umore e delle età, ma ci sono brani che non muoiono mai, rimangono eterni, nei nostri cuori e nei ricordi.
E quali personaggi, anche non romani, ti stanno più a cuore?
Sono poeti di allora ma al contempo di oggi, volati, ma mai andati veramente J.Keats, Prèvert, G.Belli, P.Pasolini, C.Pavese,A.Merini, Trilussa… ; Poi quelli del nostro cinema Italiano: De Sica, Magnani, Fabrizi, Gasman, Vitti, Sordi, Totò, Manfredi…; Ma ce n’è uno che vince su tutti, per la sua grandezza, l’umiltà che lo distingueva e una cultura immensa. Un romano verace, che ha dato i natali a tanti attori che sopra ho elencato, e che racchiude tutta la romanità contemporanea. Il maestro, poeta, regista, fumettista, autore Luigi Magni.
E ora, per concludere veniamo a De Core. Qual è la data del prossimo appuntamento con il tuo nuovo lavoro teatrale.
Senza svelarci nulla, soprattutto il finale del tuo nuovo spettacolo, ci puoi dire solo quanti anni avevano tua mamma e tuo papà quando si sono incontrati e dove è avvenuto il fatale scambio di sguardi?
…Insomma, siamo curiosi, ci dai un assaggio di ciò che ci farai rivivere della vecchia Roma nel tuo spettacolo.
La prossima tappa per il mio ‘DeCore’ sarà il teatro di Tor Bella Monaca, venerdì 27 aprile 2018 alle 21. Dei racconti di questo spettacolo vi ho dato già qualche cenno in queste brevi risposte, ma mi preme sottolineare che il titolo De core… rappresenta davvero l’anima di ciò che porto in scena: cuore, sentimenti, ricordi, emozioni.
Attraverso la storia dei miei genitori racconto tante storie: per me, la storia di tutte le storie. Mio padre e mia madre si sono conosciuti e innamorati lungo le strade di Monti, e Roma ha fatto da cornice alla loro vita.
Insomma, che Roma sia la mia casa, lo devo a loro
IL RIONE MONTI
Rione Monti, così nominato perché collocato tra quattro dei sette colli su cui venne costruita la città: Quirinale, Esquilino, Viminale e Celio è storicamente in competizione con Trastevere, con il quale ha in comune il temperamento e un’anima popolare. Mentre nei tempi di Roma antica e medioevale era un rione povero e popoloso nei secoli recenti ha legato la sua fama alla parte bassa del suo territorio dove vi erano locande malfamate e bordelli.
Nel corso del tempo il rione ha subito parecchie modifiche e trasformazioni, e oggi è una zona di turismo e ristorazione. Oggi Monti è uno dei rioni più vivaci e “nottambuli” di Roma che, pur mantenendo un aspetto a prima vista immutato, ospita gallerie d’arte, circoli di artisti, locali con musica dal vivo, ristoranti e trattorie alla moda.
Tra Via Panisperna, dove lavorarono i fisici del gruppo di Enrico Fermi e Via Cavour, troviamo la Piazzetta di Madonna ai Monti punto di riferimento per tutto il quartiere.
I palazzi hanno uno stile architettonico piemontese che si innesta ad un impianto medievale del rione, tra piazzette e vicoli, ben visibile tra strade che rivelano dal loro nome le identità sociali ed etniche degli abitanti di un tempo: Via degli Zingari, Via dei Serpenti, Via del Boschetto, Vicolo delle Carrette, Via dei Selci e Via Urbana.