#RITRATTOD’AUTORE di Elena Galifi
Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio
Chissà se Lando Fiorini conosceva questo proverbio africano… anche se, di fatto questa verità, inconsapevolmente, è stata sua per tutta la sua esistenza
Scopriamolo in una dimensione personale sconosciuta ai più perché offuscata dalla notorietà del personaggio pubblico, scambiando quattro chiacchiere con suo figlio Francesco Saverio Fiorini, che insieme ad un gruppo di amici trasformeranno la “casa di Lando” in ”casa di tutti i romani” aperta a tutti quelli che amano “la romanità”, per far conoscere ai ragazzi ” a Roma de noantri”.
Francesco ti chiediamo se Lando Fiorini pubblico e papà Lando in famiglia erano differenti?
50 anni fa, mio padre fondava Il Puff, uno dei primi teatro-cabaret a Roma, un vero e proprio centro di aggregazione di grandi artisti romani e di appassionati amanti della cultura di Roma. Questo locale ha rappresentato la sua casa o meglio la casa della nostra famiglia, come anche casa mia, considerando che io ho poco più di cinquant’anni.
Nei miei ricordi, si può dire di lui, che la sua vita pubblica di Lando Fiorini e il suo privato, da Leopoldo Fiorini, erano la stessa cosa.
Hai un ricordo di te con l’artista Lando?
Ho lavorato con lui più di 30 anni. Finita la scuola, poi il militare, come tutti, la domanda che i nostri genitori ci facevano era se desideravamo lavorare in banca. La mia alternativa era il Puff. Naturalmente non mi sono impiegato dietro uno sportello.
I rapporti con lui non sono stati sempre semplici perché lui aveva una personalità molto forte. Discutevamo spesso e lo abbiamo fatto fino all’ultimo. Era un uomo buono ma determinato.
Ho un ricordo di lui, di quando mio padre stava già molto male, che rende l’idea. Lui era molto devoto a Padre Pio e io, mia madre Anna Ghezzi e mia sorella Carola lo abbiamo accompagnato a San Giovanni Rotondo. Al termine di questa giornata ci hanno proposto di fare il disco “Ti presento Roma mia – Lando Fiorini e i suoi amici” con lui e la presenza di artisti romani. Gli abbiamo detto se voleva fare un ultimo disco e lui ha replicato “perché …ultimo?”. Vedeva sempre un futuro e una speranza.
Era anche un imprenditore tenace e passionale. Ma aveva comunque un atteggiamento modesto. Sapendo che al disco avrebbero collaborato Armando Trovajoli, Gigi Proietti, Claudio Baglioni, Antonello Venditti, Alex Britti, Tosca, e tanti altri ha avuto una reazione molto spontanea e, alla romana, ha detto: “questi? Ma questi, c’hanno da fare!!!”. E, invece …”questi” hanno accettato tutti.
A quale ricordo privato con tuo padre sei più legato?
Mi padre ha creato un borghetto a Canterano di Roma, casetta dopo casetta. Ha iniziato a comperare una casa per nonna, una per mamma, una per zia, una per ogni membro della famiglia. Una dopo l’altra. Piano piano. Soldo dopo soldo. Ma…tutte case senza cucina. Al centro del rifugio una campana di richiamo e una tavola che ci vedeva riuniti tutti. Mio padre ha creato un villaggio, un’isola felice. E mi ricordo di quando un giorno ha proposto di fare una piscina per tutti. Occorrevano 10 milioni, ma lui ne aveva solo 8. Carola, mia sorella che allora era piccola si è offerta di contribuire con 2 mila lire, tutto ciò che aveva. Questo sono i valori che ci ha trasmesso mio padre. La famiglia, l’unione, la solidarietà e la generosità.
Tuo padre aveva una musica o una canzone che amava più delle altre?
Mio padre amava tutta la musica, soprattutto italiana …Baglioni, Venditti, Celentano, tutti. Ma soprattutto di volta in volta si innamorava di un pezzo. E per quanto riguarda la musica romanesca mio padre veniva identificato con la canzone “Cento campane” che dalla sua voce è diventata un grande successo, ma lui apprezzava e piaceva interpretare anche canzoni meno conosciute.
Quale è stata la lettura preferita di Lando Fiorini?
Lando amava la lettura. Possedeva oltre 300 testi su Roma e tra i questi non mancano libri Edizioni Ponte Sisto, casa editrice romana. Ha raccolto sonetti o poesie romanesche di Trilussa e Belli o su personaggi romani come Aldo Fabrizi, che è stato il suo mentore, o come Anna Magnani. A Nannarella ha anche dedicato una poesia:
Ma mio padre amava anche testi differenti. Non posso dimenticare quando è uscito il libro Va dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro e ha deciso di regalarlo a ciascuno di tutti noi della famiglia.
Tutti questi testi e questi spazi di musica e teatro ora costituiscono un vero e proprio patrimonio culturale a disposizione per la Fondazione Lando Fiorini, da vivere per esempio nel Caffé Letterario dove, fin dalla mattina in una atmosfera particolare, tutti potranno leggere testi romani antichi e moderni, ascoltare vinili e poesie o più semplicemente gustare un caffè, consumare colazioni di lavoro o incontrarsi per un aperitivo, presentare libri, partecipare a concorsi letterari e di poesia. Tutto questo sarebbe piaciuto a mio padre.
Quale era il piatto preferito di papà?
Mio padre non fumava, né beveva, ma amava mangiare. Nello stesso tempo però stava molto attento. Ci teneva tanto al suo aspetto fisico per presentarsi con rispetto di fronte al suo pubblico. Ma di fronte ad ai Bucatini alla Amatriciana faceva veramente fatica a trattenersi.
A quale angolo di Roma era più legato Lando Fiorini?
Decisamente Trastevere, il cuore di Roma, dove abitava con la famiglia in una situazione molto modesta. Di povertà vera, ma dignitosa. A vicolo di Santa Maria in Trastevere sulla porta di casa ci sono ancora le accettate che mio nonno dava quando tornava a casa e aveva alzato il gomito. Ma all’epoca era normale. Sempre lì, mi raccontavano i miei, a 14 anni, si sono conosciuto mia madre e mio padre, e mio padre la portava al Gianicolo per scambiarsi qualche bacetto come accadeva una volta. La vita un tempo era sincera e molto genuina. Questa semplicità e naturalezza era il modo di vivere di tutti. Una vita inimmaginabile oggi.
Tu padre aveva il culto di un mito di antico o moderno di Roma?
Mio padre non aveva miti, ma persone di cui nutriva ammirazione ma soprattutto rispetto. Lui era rimasto grato a uomini con cui aveva lavorato o grazie al quale aveva lavorato, come per il compositore Armando Trovajoli che lo aveva scelto. Mio padre aveva anche stima per campioni sportivi come Cassius Marcellus Clay, o più contemporanei come Francesco Totti.
Alla luce di tutto questo, come volete trasformare il Puff, da Casa di Lando a Casa dei romani ?
Soprattutto noi crediamo che dobbiamo dare ai giovani la possibilità di conoscere la bellezza di parole, frasi, situazioni, canzoni a loro sconosciute
Continuerà intanto la programmazione teatrale con un calendario di spettacoli di Cabaret e Commedie sotto la direzione artistica di Antonio Giuliani, Pino Insegno e Francesco Fiorini, che daranno voce e spazio non solo ad artisti affermati ma anche a nuovi talenti dello scenario comico romano.
Il maestro Laurenti curerà anche Premi intitolati ai grandi cantautori, come il Premio Lando Fiorini, il Premio Califano, quello intitolato a Gabriella Ferri e Claudio Villa.
Infine, per i “romani de Roma” e per quelli all’estero nascerà inoltre una Web Radio, che proporrà online rubriche di musica, cucina, arte e cultura romana.
In ultimo Francesco, chi sono questi Amici che appassionatamente sostengono il Comitato per la Fondazione?
Nel Comitato, accanto a me, ci sono l’avvocato Augusto Vacca, nipote di Gabriella Ferri, il comico autore Antonio Giuliani, l’attore comico Pino Insegno, Jara Conigliani che si occupa della gestione eventi al Puff, l’imprenditore Francesco Brogna, il musicista Alberto Laurenti, la cantante Nadia Natali, Fabio Capocci, fondatore ed editore delle Edizioni Ponte Sisto e il videomaker Marco Melchiorri.
Ma l’appoggio è anche attorno a noi. Nel corso del tempo, e soprattutto in questo ultimo periodo, abbiamo ricevuto innumerevoli attestati di affetto oltre che per Lando Fiorini anche nei confronti del Puff e della storia che questo locale ha rappresentato per Roma e per i romani, per l’arte e per gli artisti romani.
Riconoscimenti provenienti da artisti, colleghi, ma soprattutto da tanta gente comune, da quel popolo di cui Lando Fiorini proveniva e di cui non ha mai smesso di fare parte, un’incitazione continua a proseguire l’opera del Puff, nel segno tracciato da Lando, affinché possa continuare ad essere quel laboratorio di idee e di romanità che è sempre stato.
Questo ha fatto nascere l’idea di un progetto emozionante, in cui poter coinvolgere tutti coloro che amano Roma come noi e come l’amava Lando
Per chi volesse sapere di più sul Comitato Promotore Fondazione Lando Fiorini per la Romanità può visitare il sito http://fondazione.landofiorini.it o facebook: fondazionelandofiorini