PUNTOSUDIME di Daniela La Porta
L’adolescenza è l’età dei cambiamenti, come la stessa etimologia della parola implica: adolescere significa in latino “crescere”
Le trasformazioni dell’adolescente
L’adolescenza è un passaggio tra l’infanzia e l’età adulta: l’adolescente non è più un bambino ma non è ancora un adulto. Questo movimento di superamento dell’infanzia e di ricerca del sé adulto, costituisce l‘essenza della “crisi”, del processo psichico che ogni adolescente attraversa. Questa crisi interessa non solo l’adolescente ma l’intera famiglia, i genitori in modo particolare.
Se infatti l’adolescente è in lotta tra il suo desiderio di emanciparsi e il desiderio di prolungare la dipendenza, dall’altro anche i genitori vivono due forze opposte: una che li spinge a far ‘andare’ proprio figlio e a favorirlo nel prendere in mano la sua vita, l’altra che spinge nella direzione opposta ovvero nel voler tenere ancorato a sé il figlio o figlia.
L’adolescente deve affrontare una vera e propria trasformazione per accettare la novità del corpo mutato e sessuato, per diventare adulto con la propria unicità e irripetibilità, per realizzare veramente ciò che si sente di essere e ciò che vuole essere.
L’adolescenza è una fase di vita delicata che suscita conflitti, paure e sfide. Sempre lo è stato e sempre lo sarà…
…eppure il modo in cui questa fase viene vissuta dai nostri ragazzi e affrontata dalla famiglia non è indifferente alle influenze e ai fenomeni sociali dell’epoca e della cultura di appartenenza.
Cosa è cambiato per gli adolescenti di oggi rispetto alle generazioni passate?
Un aspetto critico della società odierna riguarda l’esasperazione dell’apparire. Viviamo in una società in cui la bellezza, la forma fisica e il gusto estetico dominano rispetto al valore dell’individuo come essere unico, capace di amare e di essere amato per quello che è e non per quello che ha o che mostra.
Da una società in cui le relazioni potevano essere solo reali e, se a distanza, epistolari o telefoniche ad una società in cui la relazione con gli altri avviene molto più attraverso i social che attraverso contatti reali: si scrive su fb, si chatta, si gioca ‘insieme’ ma ognuno a casa sua spesso senza neanche conoscersi.
Gli adolescenti chiamati a sperimentare la propria individualità e le relazioni con l’altro si ritrova in contatto con l’altro in modo sempre più distante, non solo perché si rapporta agli altri in modo virtuale, creando mondi immaginari e paralleli alle proprie vite, ma anche perché è sempre più forte la distanza emotiva fra gli individui.
Il mondo virtuale è quello in cui si può essere anonimi, in cui si può assumere un profilo immaginario, in cui si possono evitare ‘conflitti’ e relazioni ‘reali’ con gli altri, in cui i sentimenti si comunicano attraverso emojii e il confronto non può più dispiegarsi in un dialogo fatto da un me e un te che si confrontano, ma da un profilo ad un altro che al momento opportuno si può bloccare ed in cui la comunicazione avviene per messaggi brevi incompleti, digitali.
L’impatto del rapido cambiamento nei mezzi di comunicazione
Questo imponente cambiamento nei mezzi di comunicazione ha reso ancor più complessa l’elaborazione di capacità sociali e soprattutto emotive. Oggi gli adolescenti vengono letteralmente inondati da una miriade di informazioni provenienti dalla rete che si aggiungono alla miriade di sensazioni contrastanti che abitano il proprio corpo. Oltre al fatto che gli adolescenti vivono in una cultura ed in una cosiddetta società liquida che ha difficoltà a trasmettere valori solidi e stabili e in particolare figure affettive sufficientemente autorevoli e solide.
Tutto questo ha prodotto nell’adolescente di oggi, già alle prese con la definizione dei propri confini, l’insorgere di nuove manifestazioni di disagio o dell’esacerbazione di forme di disagio già esistenti. Mi riferisco in particolare alle nuove forme di dipendenza dai social, dai giochi in rete, da forme di sessualità on line. Si stanno inoltre diffondendo sempre di più i disturbi dell’alimentazione e fenomeni di autolesionismo favoriti da siti o contenuti on line e perfino giochi che invitano ad atti che procurano lesioni sul proprio corpo e dolore fisico, fino a istigare il suicidio.
Adolescenti maggiormente a rischio
Come detto l’adolescenza è un’età di passaggio e obbligato per tutti; tuttavia non tutti i ragazzi e ragazze sono vulnerabili difficile allo stesso modo alle minacce provenienti dalla rete o dai nuovi input provenienti dalla società. Gli adolescenti maggiormente a rischio sono quelli che giungono a questa fase di vita con delle fragilità che si portano dietro da un’infanzia difficile o da situazioni traumatiche che li hanno segnati molto presto; mi riferisco a diverse situazioni, da problematiche familiari precoci a separazioni difficili dei genitori, da problematiche di integrazione ad atti di bullismo subiti, per fare solo alcuni esempi.
Dal momento che i genitori sono coinvolti attivamente in questo processo quali suggerimenti si possono dare loro?
E’ indispensabile per i genitori stare in contatto con questo processo, ritrovare il contatto con la propria adolescenza, riconoscere e comprendere quella dei propri figli, accogliendoli per quello che sono senza cercare di forzare le loro scelte in direzioni che rispondono ai desideri dei genitori e non alle inclinazioni e ai desideri dei ragazzi.
Seppur intuitivo, questo percorso di riconoscimento, di soggettivazione del figlio adolescente non è immediato né privo di sofferenza.
A questo proposito cito Recalcati ed il suo libro il segreto del figlio, in cui il segreto del figlio è il segreto della sua stessa vita dell’adulto che diventerà.
“Certo, per un padre e una madre non è facile rinunciare a proiettare se stessi su un figlio, avvolgerlo in una trama di desideri, di attese o di timori. Eppure è questa virtù della sottrazione a caratterizzare un buon genitore”.
(Il segreto del figlio, Recalcati)
A proposito delle difficolta di genitori e figli di fronte a questo delicato periodo di crescita…..insieme ad una mia collega sto organizzando degli incontri di gruppo rivolti ai genitori, dove affronteremo più approfonditamente tutte queste tematiche, creando uno spazio per i genitori dove è possibile raccontarsi e confrontarsi liberi da giudizi e schemi preconfezionati.
Per informazioni scrivete all’indirizzo e-mail di seguito riportato.
Come sempre chiedo a ciascuno di commentare il post con proprie riflessioni e ringrazio tutti per il contributo prezioso già tante volte ricevuto in dono.
A presto!
Dott.ssa Daniela La Porta – Psicologa
email: daniela.laportapsi@ilpuntonews.net