L’intervista di Elena Galifi
Renato Carosone come non lo avete mai…ascoltato!
Le note di uno dei più grandi autori ed interpreti della scena musicale napoletana e italiana del secondo Novecento hanno risuonato nello spettacolo “Piccolissima Serenata Carosone” di Ánema & Max Paiella in scena alla Sala Umberto il 9 marzo scorso.
In una intervista al maestro Danilo Riccardi andiamo a scoprire la particolarità dello spettacolo che mette in evidenza la bellezza della musica del grande Renato Carosone.
Gli Ànema, con la partecipazione straordinaria di Max Paiella, insieme in scena alla Sala Umberto il 9 marzo scorso, hanno reinterpretato il grande artista Renato Carosone proponendo, oltre a pochi brani cantati, un’originale versione strumentale dei suoi grandi successi con una formazione composta da Marcello Corvino al violino, Biagio Labanca alla chitarra, Massimo De Stephanis al contrabbasso e Fabio Tricomi alle percussioni, tamorre, oud e mandolino.
Ne parliamo con il maestro Danilo Riccardi
Quale sorpresa ha riservato lo spettacolo “Piccolissima Serenata Carosone” di Ánema & Max Paiella?
La serata ha regalato una rappresentazione originale delle canzoni di Carosone perché, a differenza di quello ci si aspetta, di come siamo abituati ad ascoltare questi pezzi in versione cantata, nello spettacolo abbiamo sentito solo alcuni cenni dei brani dalla voce di Max Paiella. Ad essere protagonista è stata soprattutto tanta buona musica del grande maestro Carosone, dei suoi più grandi successi.
Quale è stato il ruolo di Max Paiella?
Max Paiella, è conosciuto da tutti per i suoi pittoreschi personaggi che si diverte a proporre a Radio 2 nella trasmissione Il ruggito del coniglio e per altre presenze in trasmissioni televisive come comico, cantante, imitatore e musicista. Lui è un professionista eccezionale.
Quindi qui ha rivestito bene la doppia veste di narratore e cantante, condita dalla sua intelligente ironia e carica di simpatia. Tra un brano e l’altro, saltando tra la storia della musica e della società di ieri e di oggi, ha raccontato alcuni aneddoti sulla vita del compositore partenopeo. Ma in modo molto grazioso ed elegante ha collegato le varie canzoni e le ha fatte scoprire, non solo dal punto di vista dei testi, di cosa raccontano e dove sono nati, ma Max ci ha accompagnato a scoprire l’affascinante lato musicale, delle melodie e sapori musicali.
Quale è stato, quindi, lo spirito della serata?
Sentire questi successi, in versione soprattutto musicale, è come averli ascoltati per la prima volta. Brani come Torero, Caravan Petrol, Tu vuò fà l’americano, Maruzzella, Piccolissima serenata, Io mammeta e tu, Luna Rossa ed altri celebri brani.
L’intenzione era sicuramente quella di valorizzare la bellezza strumentale delle canzoni di Carosone. Di far emergere questi capolavori nella parte musicale e in una versione originalissima e coinvolgente da parte del quartetto strumentale Anima, composto da violino, suonato da Marcello Corvino, dal contrabbasso, Massimo De Stephanis, dalla chitarra, Biagio Labanca e alle percussioni, con Fabio Tricomi il quale suonava anche la tamorre, il mandolino e vari altri strumenti.
Come ha reagito il pubblico alla quasi mancanza dei testi?
Il pubblico ha apprezzato molto anche la semplice melodia e l’arrangiamento che, nella magistrale ed originale esecuzione, ha fatto uscire molto bene il sapore mediterraneo ed in particolare napoletano delle canzoni. Al di la del testo, la musica stessa esprimeva l’atmosfera divertente solare di queste atmosfere espresse in queste canzoni che da più di cinquanta anni sono nelle orecchie di tutti. Nonostante ci fosse prevalentemente musica, il pubblico comunque immaginava le parole o canticchiava quei ritornelli che tutti conoscono a memoria, si riusciva ad apprezzare a pieno la bellezza dal punto di vista musicale, al di la del testo e del suo contenuto.
Nelle voce di Max Paiella, si sentiva l’orgoglio nel presentare i successi delle canzoni di Carosone. Lo possiamo confermare?
Certamente. Sono brani che hanno girato il mondo. Forse proprio il fatto di essere canzoni che hanno veramente delle belle melodie ed atmosfere ha permesso di passare i confini italiani ed essere apprezzate in tutto il mondo. Una bella melodia si impone sempre, al di la del testo. E così un americano può amare una canzone come questa pur non comprendendo le parole, oltretutto cantate spesso in napoletano per lui difficilmente comprensibile. Inoltre queste canzoni sono successi che hanno dato un notevole prestigio all’Italia, e sono state cantate ovunque soprattutto in quell’epoca, nel dopoguerra, quando tanti italiani erano emigrati all’estero.
Renato Carosone
Diplomatosi in pianoforte a soli diciassette anni nel prestigioso Conservatorio di San Pietro a Majella, Carosone si impose nel dopoguerra come uno degli artisti più amati, paragonabile alla popolarità di Domenico Modugno, con il quale condivise un grande successo discografico anche negli USA. La sua musica, le sue interpretazioni, la sua biografia sono indissolubilmente legate a Napoli, alla grande tradizione partenopea, ma le sue straordinarie qualità artistiche hanno fatto il giro del mondo, ne è recente testimonianza il successo planetario del remix di “Tu vuò fa l’americano”.