Reagire alla malattia con la sfida della creatività
“La storia del nostro gruppo di pittura parte da lontano e attraversa un periodo della mia vita molto complesso. Sono stata una paziente oncologica e per qualche anno tra alti e bassi ho sperimentato su me stessa i benefici che l’arte – in tutte le sue forme – porta alla mente e al corpo.
Ho pensato fosse bello condividere questo mio vissuto con altre persone ed è in tale direzione che ho pensato di avviare proprio in un ospedale un “laboratorio di pittura”. Un laboratorio attivo ancora oggi e che anzi negli anni si è arricchito di risorse ed esperienze umane declinate in diverse forme di espressione artistica”.
E’ così che si racconta Alessandra Mini nel delineare i primi passi che hanno dato il via al gruppo Stregarte.
“Nasco alla sorgente del Tevere, in età matura approdo alla sua foce, come il fiume ho preso e dato in abbondanza, la mia arte rifletta ciò che è rimasto nel cuore”.
L’arte ha sempre avuto un grande valore nella storia dell’uomo creando emozioni e sentimenti che spesso si sono intrecciati con finalità terapeutiche attraverso il movimento, i suoni, i colori, le forme e i disegni. Il percorso artistico nella malattia oltre alle indiscusse finalità terapeutiche che produce può generare grandi opportunità e benefici in tutte le sue forme. Ciò soprattutto dal punto di vista dell’equilibrio mente/corpo. Insomma, mentre il corpo si prepara per andare in ‘battaglia’, la mente cerca attraverso la pittura quell’equilibrio tra anima e corpo. Tappe fondamentali per affrontare la malattia e il disagio.
“L’aggancio fra l’ospedale e la parrocchia – continua Alessandra – è iniziato con padre Enrico Gemma, anche lui paziente oncologico. Oggi è don Leonardo Emmi, attuale parroco della parrocchia di San Giovanni della Croce che ci accoglie a braccia aperte. All’inizio eravamo pochi, c’erano soprattutto bambini e pochi adulti, poi pian piano si sono aggiunte altre persone. Ciascuno con vissuti e motivazioni personali diversi fino ad arrivare oggi a un gruppo ben affiatato di 12 artiste/i”.
E’ così che nasce il gruppo di lavoro.
Il gruppo che opera in ospedale lo abbiamo denominato “SETTECOLORISOPRAILNERO GRUPPO “MALATI D’ARTE”. In parrocchia invece siamo le “STREGARTE”. Tra i due gruppi c’è una sorta di mutuo soccorso quindi quando si organizzano le mostre in ospedale, partecipa anche il gruppo della parrocchia e viceversa.
Riflessioni ed esperienze delle partecipanti al laboratorio di pittura:
Rosanna Laneve: “Ho sempre adorato l’arte e soprattutto la pittura. Ho cominciato presto a fare i primi disegni e poi i miei primi dipinti, di certo non erano dei capolavori… Un giorno una mia amica mi indirizzò al laboratorio di pittura di cui ora faccio parte, capitanato appunto da Alessandra. Ed è stata in quell’occasione che mi si è aperto un mondo!. Ho imparato a dare forma alle cose, a dare espressione ad un volto, ho imparato la profondità e tanto altro ancora. Siamo davvero un gruppo fantastico che si nutre di amicizia e di passione per le medesime cose. Ringrazio tutti perché stare insieme è una grande risorsa esistenziale. C’è sempre qualcosa da imparare, e di fatto ho realizzato il sogno della mia vita: dipingere”.
Patrizia Milinovic: “La pittura come qualsiasi forma d’arte, ti dà l’opportunità di esprimere ciò che sei, mettere a nudo i tuoi sentimenti più profondi, le tue sensazioni. Dipingi i tuoi pensieri, il modo di vedere e le cose, la tua realtà, le tue fantasie e il tuo mondo. Un perfetto incontro tra la voglia di aprire il cuore agli altri e la grande fortuna di trovare persone speciali che lo vogliono conoscere. Il laboratorio di pittura mi ha dato più di quanto immaginassi. Grazie a tutti voi che mi avete sempre incoraggiata! mentre dipingo ho l’immagine di me stessa davanti ai risultati di seconda media: bocciata in disegno, voto 2 e oggi di fronte a questo ricordo Sorrido!”
Dina Apollonio: “Ho iniziato a dipingere nel 2014. Ricordo bene la data e quel periodo perché quell’anno è scomparsa mia madre. Ho perso anche il lavoro ed è arrivata con il dispiacere una forte depressione… Grazie a mio fratello ho conosciuto Vitarosa, che mi ha parlato del laboratorio di pittura in parrocchia. Ho iniziato con una certa titubanza, mi sentivo fuori posto, perché non sapevo tenere un pennello in mano. Poi grazie al gruppo mi sono accorta che dipingere è terapeutico. Ho continuato a frequentare il gruppo che comprende persone fantastiche, penso che senza questo mondo di amicizia e bellezza sarei un po’ persa!”
Fiorella Setter: “Quando sono entrata nel gruppo stavo attraversando un periodo buio della mia vita. Ho ricevuto tanto aiuto da tutte, ho conosciuto le mie colleghe di lavoro che hanno acceso in me la voglia di entrare in un percorso per me sconosciuto. Sono state tutte splendide e l’accoglienza che mi è stata riservata non la scorderò mai. Ora sono tutte mie amiche carissime e spero che questa amicizia duri ancora per tantissimo tempo”.
Anna Di Menna: “Ho iniziato il corso semplicemente perché, secondo Custodina, dovevo provare pure a dipingere in quanto occasione importante per iniziare un percorso. Siccome aveva visto qualche mio disegno a matita, secondo lei ero brava anche a dipingere. Comunque voglio ringraziare tutti sempre, perché oltre a piacermi la pittura, mi piace anche la compagnia e il clima di affetto che si è creato. Ciao a tutte!”
Tecla Gianni: “Stavo attraversando un brutto periodo, era appema morta mia madre a cui ero molto legata.
Passando in parrocchia ho visto che in bacheca era affissa la locandina in cui si annunciava l’inizio del corso di pittura.
Che felicità! Ho contattato Alessandra ed eccomi qua. Pian piano, grazie ad Alessandra, sono riuscita a dar corpo a dipinti che non pensavo di poter realizzare”.
Alessandro Coletta: “Una certa attitudine con la matita l’ho sempre avuta, quello che cercavo era la capacità di mettere su carta quello che pensavo, ciò che era nella mia testa. Ho sempre provato con risultati alterni. Poi ho conosciuto Alessandra, lei mi ha convinto che ce la potevo fare ed è così che dalla matita, ai pastelli e ai colori ad olio, il passo è stato breve. Ora l’appuntamento del lunedì e del giovedì è diventato irrinunciabile, il fine comune, la crescita e poi la serenità e la tranquillità in quella stanza è di casa”.
Lucia Avian: “Sono la più giovane del gruppo. Ciò che mi ha spinta ad intraprendere questa meravigliosa avventura è stata la curiosità di vedere se ero in grado di imparare a tenere un pennello in mano, ma soprattutto il bisogno di condividere con gli altri un momento difficile della mia vita. Da una semplice scatola di cartone colorata con i pennarelli sono passata ai colori ad olio su tela. Ho imparato tante cose, ma niente ha valore se non condiviso con le persone che ami”.
Stefania La Rocca: Devo dire che fin dai tempi della mia adolescenza sono sempre stata attratta dalla pittura e dai suoi colori, desideravo confrontarmi con essa perché sentivo in lei una grande pace interiore che mi rasserena a l’animo osservandola…e fu così che un bel giorno di qualche anno fa casualmente arrivai a Colle Salario nella parrocchia di Don Leonardo nella quale era attivo un corso di pittura…ero titubante ma giorno dopo giorno prendendo confidenza con il gruppo mi convinsero a partecipare.
Alessandra, la nostra insegnante nonostante le mie difficoltà si impegnò molto per farmi approfondire le tecniche pittoriche.
Oggi confesso che il corso mi ha dato moltissimo soprattutto dal lato umano. Ho trovato persone vere che mi hanno preso in braccio aiutandomi moralmente a superare un momento molto difficile della mia vita.
Franci Elisabetta: Mi sono avvicinata al gruppo di pittura in un momento particolarmente delicato, soprattutto incitata dai miei figli. Nonostante mio padre fosse un pittore dilettante, non ho mai sentito la spinta a dipingere, soprattutto perché tra famiglia e lavoro non avevo abbastanza tempo. In realtà a scuola avevo una particolare propensione per il disegno, ma finiva lì. Devo dire che all’inizio è stato un po’ difficile, ero come bloccata e ho anche pensato di rinunciare. Quando ho visto la mia prima opera prendere forma dalle mie mani, ho provato una soddisfazione tale come da tempo non sentivo più. E questo grazie al clima di amicizia e di solidarietà del gruppo, e al supporto della nostra insostituibile “guru” Alessandra, maestra di pittura e di vita. Dipingere per me è un momento liberatorio, come staccare la spina dalla quotidianità della vita, e di piacevole confronto con le mie colleghe con cui ho stretto un rapporto che va oltre la pittura”.
Rosamaria Rendine: “Incontrare il gruppo è come stare in famiglia perché ognuno di noi vive di riflesso la vita degli altri partecipando con affetto e attenzioni.
Ci si ascolta… e poi si torna a casa più leggeri e con la sensazione di non essere mai soli”.