#saporiedintorni di Elena Galifi
Ancora Buon Compleanno Maria Mirella, negozio storico!
“Maria e Mirella abbigliamento” ha celebrato questo anno “mezzo secolo” di attività nata da necessità di donne nel conciliare privato e lavoro.
Le sorelle spengono quest’anno 50 candeline, proponendo fino a 50% di sconto, tra un caffè e chiacchierata, mentre le botteghe storiche dei quartieri cittadini continuano a chiudere definitivamente le saracinesche.
Grazie al valore umano la loro attività resiste al tempo che passa, alle varie fasi della crisi economica e ai mutamenti della società degli ultimi decenni.
Maria e Mirella, nel forte il legame con il territorio, resistono anche alle personali difficoltà.
Ecco perché hanno deciso festeggiare con i loro clienti fino a fine anno.
“Abbiamo aperto questa attività per ragioni personali – affermano Maria e Mirella con fierezza, per ragioni di donne che dovevano mediare tra la esigenza e la voglia di lavorare e il ruolo e le necessità che fortemente ci legano alla famiglia e ai figli”
Un punto di debolezza, sembra essere stato il vero punto di forza!
Così possiamo dire di Maria e Mirella.
Che un giorno si sono guardate negli occhi e si sono concentrate più sulla soluzione che su quello che in quel momento poteva essere una difficoltà, magari n problema ma che poi problema non è.
Diventare mamme. Poco decenni fa e in una società in cambiamento.
Loro, Maria e Mirella, non lo sapevano … ma stavano silenziosamente attuando una piccola, personale e silenziosa rivoluzione in una epoca in fermento.
E loro, a modo loro, davano un contributo di svolta non solo alla loro esistenza, ma anche alla comunità in cui vivevano e all’intera società.
Ma facciamo un passo indietro e chiediamo direttamente alle protagoniste di raccontarci come è andata.
Mirella, cosa ha spinto due giovani sorelle negli ’60 ad aprire un’attività commerciale?
A metà di quegli anni mia sorella Maria lavorava come commessa in un grande magazzino, come le protagoniste della fiction “Il paradiso delle signore”.
Sposata da poco, aveva scoperto di essere in attesa del primo bebé. Bisognava scegliere tra lasciare il lavoro, oppure trovare una soluzione diversa che le potesse consentirle di mediare tra inderogabili impegni tra famiglia e lavoro.
Noi, da sorelle, ci siamo alleate e insieme, sotto il nome di “Maria e Mirella” decidiamo di aprire un negozio di abbigliamento e di indumenti intimi a Fidene, in un quartiere periferico a nord di Roma dove, allora, non c’erano ancora tante attività commerciali ma una grande popolazione che si era trasferita dal centro Italia.
Il negozio avrebbe fornito un servizio utile alla comunità locale e nel frattempo agevolato la gravidanza e la crescita della prima bambina che era in arrivo nella nostra famiglia. Ma questo era solo l’inizio. Oggi infatti oltre ad essere mamme, siamo nonne di 5 splendidi nipoti.
Maria, siete state, nonostante la giovane età, coraggiose e lungimiranti. Ma che difficoltà avete affrontato all’inizio e sono le stesse che oggi si incontrano per partire o gestire una attività economica?
Il mondo del commercio oggi è totalmente diverso dal passato. Noi per aprire abbiamo dovuto sostenere degli esami e ottenere la “Licenza”, che si divideva in tabelle in base alle categorie merceologiche dei prodotti che si dovevano vendere. Per esempio la tabella n. 11 riguardava le calzature e la 14esima la pelle. E gli esami vertevano sulla conoscenza del prodotto e sulla capacità di comunicare tale conoscenza. Noi avevamo la 9, ossia la maglieria. E con il tempo ottenemmo le altre.
Mirella interviene e dice: Ogni volta che facevo gli esami a me capitava sempre la domanda “Si fa provare la maglieria?” Naturalmente si doveva rispondere NO. E sebbene può sembrare una domanda banale, sapere come agire in campo fa la differenza e quello che mi viene da dire – sostiene Mirella – è che oggi si bada meno alla professionalità e molto di più alla burocrazia.
Maria fa notare infatti che le difficoltà oggi sono di carattere nell’iter iniziale e nella gestione per la documentazione richiesta e per i vari passaggi in uffici e fasi. E ci si dimentica infatti dell’attitudine a vendere, l’aspetto umano, che è l’anima vera del commercio.
Un’altra differenza con il passato è che c’era un piano di gestione della concessione delle licenze che teneva conto delle distanze tra esercizi commerciali uguali o simili. Così oggi troviamo la concentrazione di negozi similari e in altre zone assenza completa. E questo fa perdere di valore dei prodotti e fa abbassare anche i loro prezzi e, quindi, anche la qualità dei prodotti offerti. Oppure spinge ad andare nei centri commerciali.
Ma cosa è cambiato nella vostra attività, in questi 50 anni?
Come abbiamo detto – ci dice Mirella – abbiamo aperto l’attività perché Maria all’epoca era in attesa della sua primogenita che infatti in agosto ha festeggiato 50 anni e collabora con noi.
Ben presto la nostra è diventata una realtà importante per l’intero quartiere e non solo. All’epoca i negozi erano pochi e di altissimo livello, anche se dislocati in periferia. Questo perché seppure il negozio si trova in una zona decentrata, il quartiere è sempre stato abitato da gente di grande dignità e onesti lavoratori.
Le persone – ci dice Maria – hanno riconosciuto in noi quei valori etici e umani che li hanno sempre rassicurati. Così, oltre trovare la soluzione per ogni esigenza ed occasione, nel vestire e nelle necessità sia quotidiane che legate alle cerimonie, hanno trovato nel negozio un punto di incontro dove venire a prendere un caffè e scambiare due chiacchiere.
E questo aspetto non è mai cambiato.
Tutto il commercio è cambiato attorno. Il sistema che mette a dura prova per la forte concorrenza, anche con i centri commerciali e i prezzi al ribasso, che ne fa perdere di qualità. Ma quello che ci distingue e non è cambiato nel tempo è proprio il voler mantenere una dignitosa qualità del prodotto e dei rapporti umani.