#saporiedintorni di Elena Galifi
Pasta, Patate e Provola
Come può una pasta e patate disobbedire alla regola che ci vuole distanti? Ma distanti da cosa, poi?
Però accade! Ebbene sì, accade che un piatto della tradizione si è rivelato rivoluzionario. Come un sovvertitore irrompe nelle nostre case e ci induce in tentazione, infrangendo ogni ordine e certezza.
Sarà forse colpa del maestro Emilio Pompeo, Chef Narrante, e del suo piatto del giorno?
Lui che, così con naturalezza, propone una versione un piatto della cucina campana, la Pasta e Patate e Provola, realizzata sulle dolci note jazz del sax di Vincenzo Saetta.
E poi…
accade ciò che deve accadere!
Si sa, lo Chef Narrante si muove tra i fornelli, con gusto tra gesti teatrali e ingredienti di eccellenza.
Ed oggi, costretto nella sua cucina di campagna, non rinuncia a trasformare un piatto semplice in un manifesto di libertà a favore dell’umanità.
“Come rinunciare ad un piatto così? “
Esordisce così e dedica la Pasta Patate e Provola alla sua mamma Elisabetta nel giorno del suo compleanno che, insieme a Zia Filomena, glielo ha insegnato. È un piatto della tradizione che, sempre nelle parole dello Chef Narrante ha dentro tutta la storia e l’umanità e non si può non proporre in un momento così!
https://www.facebook.com/chefnarrante/videos/222065275902412/
In questa “portata” regna la fantasia e l’improvvisazione e ben si sposa con il sottofondo musicale jazz tendente al fusion, del sax di Vincenza Saetta.
Non disdegna neppure tra i fuochi, quindi, quegli elementi di improvvisazione che rendono unico e irripetibile un momento. La semplicità di questo piatto – dice lo Chef Narrante – è nella sua possibilità di prepararlo con ciò che si ha, senza preoccuparsi di avere gli ingredienti giusti. Se non si ha il prosciutto, si ha la pancetta, o la salsiccia, o perché no, anche il pesce.
La fusione potrà risultare folle tra terra e mare! Abbiate coraggio!
Io amo questo lavoro perché è rivoluzione e si può fare ciò che si vuole!
Così il maestro Emilio Pompeo non vede confini tra ingredienti come tra il buon cibo e la buona musica, tra il passato e il futuro, tra la tradizione e l’innovazione, tra la realtà e il sogno.
Con le sue proposte, mentre prepara è energia. Per un attimo fa dimenticare che il limite è un ostacolo, e può anche essere una risorsa che si riscopre, in noi e tra le nostre mura domestiche, tra gli ingredienti che abbiamo in casa ma anche emozioni sopite tra le persone che ci circondano in un nuovo modo di avvicinarsi l’un l’altro.
E così in questa miscellanea perfetta, mentre assaggia il piatto finito, c’è famiglia …chiude gli occhi e gli viene in mente la mamma, la zia Filomena e poi sua sorella che urla dietro a suo fratello perché qualcosa gli è sparito, … insomma cronaca di ordinaria, quotidiana e domestica follia. Quella che stiamo riscoprendo e forse rivalutando oggi in questa strana reclusione, proprio come un piatto della tradizione che ci invita a guardare indietro per spingerci avanti.
Il risultato della cipolla che cantava sulla fiamma grazie ad un generoso olio in un tegame che ha accolto le patate, il pepe tostato, la magia di uno zafferano, il colore di un prosciutto e, in ultimo le taccozze, – ottima selezione di pasta seccata artigianalmente di grano italiano, unite insieme da una crema di provola è un tuffo nel blu.
Come dice lo Chef Narrante Il piatto di terra finisce nel Tirreno!
Ha scelto, per questo giallo acceso della pasta, la base di una mattonella blu marino per un piatto di portata che accogliesse dissonanze armoniche, tra sapori e suoni.
Un tocco di modernità proiettato al futuro, in uno spazio della masseria che dal sapore antico e di tradizione. Lo Chef Narrante ha percorso anche questa volta un viaggio esistenziale tra solidità della pietra e rivoluzione deli sensi!