“Un momento di approfondimento e confronto con realtà del territorio, istituzioni, associazioni e scuole, per costruire insieme il Municipio delle donne, giorno dopo giorno”. E’ quanto dichiarano il Presidente Paolo Marchionne e Maria Tarallo, Presidente della Commissione Pari Opportunità e Politiche Giovanili”.
Domenica 13 marzo 2022 presso la Casa dei Diritti e delle Differenze di via Rovetta a Roma si è tenuto il convegno “Donne e Lavoro: la Doppia Fatica – Testimonianze positive di imprenditrici e lavoratrici”. Sono molte le iniziative in programma a marzo in tutti i 15 municipi della capitale nell’ambito delle manifestazioni #8marzodiroma. Attività rese possibili grazie all’ Assessorato alle Pari Opportunità e alla Commissione Pari Opportunità di Roma Capitale. L’obiettivo è costruire un percorso sostenuto dalle esperienze di donne che si sono messe in gioco in vari settori del lavoro con un focus centrato su vari aspetti dell’imprenditoria femminile.
A dare il benvenuto ai partecipanti Maria Tarallo e la Prof.ssa Concetta Di Lunardo che ha moderato il dibattito. Sono intervenute Aurora Caporossi, fondatrice e presidente della start-up Animenta, punto di riferimento per le persone affette da disturbi del comportamento alimentare (DCA); Alessandra Ranzani, presidente del Mercato Tufello di Roma, centro nevralgico del quartiere; Paola Aragno, partner Eikon Strategic Consulting Italia e docente Metriche della comunicazione Lumsa; Elisa Barlaam Pucci, imprenditrice nel settore cosmesi e benessere e Raffaella Cornacchini, sindacalista presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Aurora Caporossi, fondatrice e presidenta della start-up Animenta: “I Disturbi del Comportamento Alimentare sono una piaga feroce della nostra società. Durante la pandemia abbiamo assistito a un trend in ascesa di coloro che si sono ammalati di anoressia, bulimia e altre patologie legate ai DCA. All’età di 16 anni ho sofferto di anoressia e da quel momento ho deciso di cogliere il buono di una vicenda personale molto complessa, supportando chi è ancora all’interno del vortice dei disturbi legati all’alimentazione. Per questo, a 23 anni, insieme ad altri ragazzi, ha creato Animenta, ente nato come spazio di ascolto e di confronto, di accoglienza per chi ha affrontato o sta affrontando un disturbo del comportamento alimentare. Animenta è un luogo in cui ogni storia è accolta e ascoltata senza lo strigma del pregiudizo. I pregiudizi, i suggerimenti semplicistici, il poco tempo dedicato all’ascolto, possono ostacolare la partecipazione ai percorsi di cura e la consapevolezza rispetto alla complessità del problema. Dialogo e comunicazione sono fondamentali perché esternare e parlare di una storia equivale a portare speranza!”.
Alessandra Ranzani, presidente del Mercato Tufello di Roma: “Il Tufello ha risentito molto della crisi pandemica e ora molte attività sono chiuse anche all’interno del mercato stesso. Attualmente degli oltre 70 spazi di vendita interni circa 20 sono chiusi. Delle circa 50 attività aperte i banchi ortofrutticoli sono ancora la maggioranza, seguiti dalle altre tipologie di negozi alimentari. Il vero problema appena eletta a una carica storicamente maschile è stato quello di essere credibile e all’altezza della situazione, considerati i problemi che bisognava risolvere con una certa urgenza. In primis ripartire con la massima trasparenza sulle modalità di organizzazione delle attività ordinarie e straordinarie del mercato. Cose importanti naturalmente tra cui la pubblicazione dei bilanci della vecchia gestione, o cercare di sbloccare i fondi che l’AGS (Associazione Gestione Servizi Mercati) può utilizzare per riqualificare il mercato e mettere a norma i servizi. E poi aprire un dialogo collaborativo con la politica che in questa fase non ci ha fatto mai mancare sostegno e supporto”.
Raffaella Cornacchini, sindacalista presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: “La pandemia ha penalizzato pesantemente l’occupazione femminile, perché si è accanita su commercio e servizi. Nel 2008 l’occupazione femminile nella fascia di età 15-34 anni era del 42,5%, nel 2020 è arretrata al 33,5%. L’aumento delle diseguaglianze di genere è cresciuto. Il tasso di occupazione degli uomini è al 67,8%, quello delle donne è al 49,5%, quando nell’area OCSE il valore medio è del 59,6%. In caso di trasformazione di rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, solo nel 38% dei casi si trattava del lavoro di una donna. La pandemia non ha fatto che allargare questo divario. Le donne hanno contratti più precari e più flessibili: stagionali, intermittenti o part time. In merito alla mia esperienza lavorativa al Poligrafico, come in molte altre strutture industriali, si lavora su turni: una settimana al mattino dalle 6.30 alle 14.15, una settimana il pomeriggio dalle 14.15 alle 22. Lascio immaginare la difficoltà di gestire con orari simili carichi domestici e figli. Naturalmente un rimedio c’è sempre: chiedere l’esonero dalla turnazione, a discrezione dei superiori e con la perdita dell’indennità di turno che equivale a un centinaio di euro al mese. Quindi busta paga più leggera per chi ha già una busta paga più leggera. Vorrei infine dire due parole sulla cosiddetta generazione sandwich, formata prevalentemente da donne tra i 40 e i 50 anni, schiacciate tra la cura dei figli e l’assistenza ai genitori anziani. Cosa viene fatto per loro? Ci si sente dire “Ah, ma voi avete la 104”, cioè la legge a tutela delle disabilità gravi. Quando io sento di qualcuno che abusa della legge 104 divento una belva, perché è una legge di civiltà che aiuta a fornire un supporto minimo a chi ne ha necessità”.
Elisa Barlaam Pucci, imprenditrice nel settore cosmesi: “Ho un’azienda cosmetica. Settore tipicamente femminile non solo a livello di consumi ma anche per le risorse professionali impiegate. Sono una Solepreneur – ovvero un’imprenditrice che in maniera autonoma dirige il proprio business – che lavora e prende decioni da sola dalla a alla zeta. Una categoria in crescita soprattutto tra le donne che spesso non ne possono più di un capo/a isterico/a che ti tiene inchiodata alla scrivania come se non avessi una vita fuori. Sintratta di donne che spesso scelgono di lavorare da casa per poter conciliare vita e lavoro in un paese come questo che – al netto di poche realtà virtuose – non è proprio all’avanguardia in materia di worklifebalance. Lavorare in solitudine è faticoso e frustrante perché manca la condivione dei progetti. Sei sola con le decisioni da prendere e con tutte le responsabilità che ne conseguono considerato che queste impattano la vita di altri soggetti. Lavorare da sola ti costringe a guardarti dentro e maturare la consapevolezza dei tuoi punti di forza e di debolezza. Al tempo stesso però tutto ciò ti dà una carica motivazionale pazzesca nel riconoscere il tuo valore quando raggiungi un successo che è solo tuo!”.
Paola Aragno Partner Eikon Strategic Consulting Italia e docente Metriche della comunicazione Lumsa: “La doppia fatica titolo di questo convegno è a due vie. Fatica nel riconoscimento della professionalità, che personalmente ho riscontrato più nell’altro sesso. Non ho mai avuto difficoltà a lavorare con altre donne, anzi si è spesso creata una complicità. La fatica nel riconoscimento della professionalità è anche legata ad una nostra cultura profonda: dobbiamo essere più brave, partecipiamo solo se realmente preparate e spesso restiamo nell’ombra per mettere in luce l’azienda. Questo non succede nell’altro sesso. Fatica anche nel work life balance. Come imprenditrice applichiamo da 15 anni quello che oggi si chiama smart working. Questo ha comportato due risultati importanti: maggiore produttività e un clima aziendale più disteso. Inoltre, cellulare e mail alla mano, proviamo a disconnetterci tutti il venerdì pomeriggio. Anche le mamme che lavorano hanno il diritto di andare, ogni tanto, a prendere i figli a scuola”.
Emma Rossi, ambasciatrice volontaria dell’associazione Komen Italia da 7 anni e Donna in Rosa: “Komen Italia è l’Organizzazione in prima linea nella lotta ai tumori del seno e attiva su tutto il territorio nazionale. Opera per generare risorse economiche da destinare a progetti propri e di altre Associazioni impegnate nella lotta ai tumori del seno. Dal 2000 ha investito più di 21 milioni di euro in oltre 1000 nuovi progetti per la salute delle donne. Creata a Roma, dove ha sede operativa, oggi Komen Italia è presente in sette regioni italiane e lavora in collaborazione con una vasta rete di ‘Associazioni amiche’ in oltre 100 città, grazie a una rete di volontari e numerosi testimonial che supportano l’Associazione con impegno e passione, fra questi Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi”.
A conclusione del convegno, complice una bellissima giornata di sole, le attività continuano nel pomeriggio dalle ore 15.00 presso il Parco delle Sabine, in via Carmelo Bene, per “Libere di passeggiare, libere di vivere”, passeggiata a piedi o in bicicletta.