Questo è il periodo di Castagne e Roccamonfina può vantare delle eccellenze del frutto autunnale tra buonissime specialità dalle infinite varietà
Località campana conosciuta e rinomata per le castagne e il suo prezioso frutto ne racconta la sua storia
Roccamonfina è un paese dell’Alto Casertano, che conta 3 511 abitanti, è nato all’interno dell’antichissimo cratere spento del Vulcano omonimo ed è circondato dallo splendore di lussureggianti boschi di castagno che precede di gran lunga quella dell’uomo.
Il suolo fertile, per la composizione del terreno vulcanico, crea le condizioni ideali per lo sviluppo di diverse varietà di castagne, distinte per forma, colore e sapore.
Alcune varietà locali sono presenti da sempre. Mentre altre sono state importate dai gruppi che in diverse epoche storiche hanno popolato la zona
Le distese alberate di castagneti sono, quindi, in parte spontanee ed in parte accuratamente coltivati e da secoli la castanicoltura è l’attività tipica del territorio.
Ancora oggi i coltivatori seguono metodi tradizionali, non più in uso altrove
DA SEMPRE SULLE TAVOLE
In passato venivano bollite in acqua o latte oppure utilizzate sotto forma di farina.
Tale alimento ha costituito una risorsa alimentare importante nei periodi di povertà.
Ancora oggi la castagna rimane un frutto estremamente versatile, che continua ad essere apprezzato nella tradizionale versione arrosto ma è anche impiegato nella preparazione di primi e secondi piatti come il delizioso risotto, i ravioli, le tagliatelle, il polpettone autunnale o il tacchino. Infinite le varianti tra i dolci.
Tra le diverse castagne coltivate, tipiche sono la Tempestiva o Primitiva e la Paccuta
La Tempestiva
Detta anche Primitiva e Tambestia nel dialetto locale, deve il nome alla precocità della maturazione e apre la stagione delle castagne già dagli inizi di settembre.
Di elevato contenuto zuccherino, presenta la buccia (pericarpo) di colore bruno-scuro con piccole striature bianche, mentre la polpa (endocarpo) è bianco latteo, soda e dolce.
Una leggenda locale racconta che uno dei primi alberi di Tempestiva sia stato piantato da San Bernardino da Siena, nei pressi del convento francescano dei Lattani che egli stesso eresse sul Monte Santa Croce
La Paccuta
Così definita per la forma tondeggiante, ha un frutto di medie dimensioni, di sapore delicato; si coltiva soprattutto nel territorio di Teano, sul versante sud-ovest del vulcano.
Altre colture dell’area di Roccamonfina sono le Rosselle (Russelle), le castagne di S.Pietro, le Ricce, le Napoletanelle (Napulitanelle), le Mercogliano e le Tardive (Mazzare)
Tutte sono rinomate per la loro qualità e genuinità, apprezzate dai buongustai e utilizzate nella cucina locale
Le vrole
A Roccamonfina, le castagne arrosto vengono ancora chiamate “vrole” e “vrollaro” dall’arnese ( o padella forata) dove si arrostiscono i frutti.
Rimane vivo il legame con la tradizione
Infatti itroviamo scritto “vrollaro” in antichi poemi napoletani del millesettecento e nel dizionario etimologico derivatone, che definisce “vrollaro” la “padella perforata per cuocere le castagne e il venditor di esse vrole”.
Le castagne rappresentano un frutto atipico ricco di carboidrati complessi, presenti nei cereali, di vitamine e potassio.
Castagne o marroni?
Le castagne sono il frutto dell’albero selvatico e presentano forma, dimensione, sapore molto variabili anche se prodotte dallo stesso albero. Sicuramente riconoscibili perché sono più piccole dei marroni e sono tondeggianti con un lato schiacciato e l’altro leggermente bombato. La sua buccia è di marrone scuro. Il suo riccio può contenere fino a tre castagne. Quando le sbucciate la pellicina marrone entra nel frutto ed è difficoltosa da eliminare.
I marroni sono il frutto dell’albero coltivato. Hanno dimensioni maggiori delle castagne, forma di cuore e buccia sottile striata marrone. Ogni riccio contiene in media un solo frutto. Una volta sbucciate la pellicina marrone si elimina con facilità.