Dall’8 all’11 Febbraio al teatro “Brancaccino” di Roma andrà in scena lo spettacolo di Carlo Vanoni incentrato sulla figura di Michelangelo Buonarroti
L’attore sottolinea le fragilità e i tormenti dell’artista fiorentino paragonandolo a un grande pugile, campione indiscusso del Rinascimento
“La rabbia di un pugile non si misura dalla sua cattiveria, ma dalla sua voglia di riscatto
Con queste parole Carlo Vanoni sottolinea la personalità dell’artista, vissuto all’epoca della famiglia dei Medici a Firenze e al servizio di ben tredici papi succeduti nel corso della sua vita.
Michelangelo Buonarroti possedeva l’arte del comunicare e all’epoca commissioni con alti compensi. Era diventato molto ricco, vendicando e ridando prestigio alla sua famiglia, caduta miseramente in disgrazia poco prima che lui nascesse.
Nel corso degli anni l’artista divenne il più grande professionista al servizio del potere, in un’epoca in cui il potere non poteva fare a meno dell’arte, in un’epoca in cui i mezzi di comunicazione erano, Scultura, Pittura, Architettura tutte arti praticate dal grande maestro del Rinascimento
Fu Papa Giulio II passato alla cronache come il “Papa terribile” ad affidare a Michelangelo il compito di affrescare il soffitto della Cappella Sistina. L’idea del papa era quella di voler riportare Roma agli antichi splendori: per questo chiamò presso di sé Michelangelo e gli commissionò l’enorme lavoro della Cappella Sistina.
In scena Carlo Vanoni, è un attore performativo che entra ed esce dal personaggio, che si accompagna con la chitarra elettrica e proietta immagini avvalendosi di tecnologie video, tenendo saldo il filo di una narrazione in grado di sovvertire i luoghi comuni e di stupire
Michelangelo prima di artista… un uomo
Michelangelo mi ha sempre fatto paura. Perché i miti fanno paura.
Poi, un giorno, ho letto un libro che parlava di soldi, i soldi che Michelangelo aveva guadagnato. Mi sono detto: che strano, credevo che il danaro fosse cosa da comuni mortali. E invece Michelangelo guadagnava molto, e con una parte di quei soldi comprava case, un’altra la custodiva dentro un baule, un’altra ancora la mandava a casa dai parenti. Come fanno i comuni mortali.
A quel libro ne è seguito un altro che raccontava Michelangelo sessantenne innamorato di Tommaso Cavalieri, età 23 anni; e poi un altro ancora, dove il tema era il rapporto con il potere, vale a dire con in papi.
“Un uomo”, mi sono detto. Michelangelo, prima di essere un artista, era un uomo. E mi è venuta voglia di raccontarlo.
Ma raccontare non significa mostrare le opere e nemmeno elencare gli avvenimenti. Raccontare significa far capire. E per capire Michelangelo, bisogna attualizzarlo. Per questo, il mio Michelangelo, è un pugile.
Perché lo sport, oggi, è molto più seguito dell’arte. Perché oggi, l’arte, non ha più il ruolo che aveva nel Cinquecento.
“Michelangelo è vissuto in un’epoca dove l’arte faceva mondo, dove l’arte era il mondo, e lui, in quel mondo, era il più grande di tutti”.
Come un campione di oggi. Come un pugile che al posto di un altro pugile, di fronte a sé, ha un blocco di marmo. Un campione che combatte tutta la vita, e non solo contro il marmo, ma anche contro il potere e, soprattutto, contro se stesso.
Un uomo. Che s’indigna e si ribella. Un uomo. Che s’arrabbia e si commuove.
L’arte di Michelangelo in teatro, con il regista Gian Marco Montesano
Parlando di Michelangelo si è cercato il Teatro, cioè la drammaturgia già contenuta nel personaggio Michelangelo, così come l’opera dello scultore è già contenuta nel marmo.
Come per la scultura che procede per sottrazioni ed eliminazione, abbiamo sottratto quanta più erudizione scolastica fosse possibile sottrarre, aggiungendo però -come in certe sculture- un elemento di equilibrio : il Pupazzo di neve. Elemento strano, curioso e sorprendente ma, come si vedrà, non incongruo. Cercare il Teatro, soprattutto trattando argomenti come questo, significa mutare il Sapere in Sapore.
BRANCACCINO Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it Biglietto: 14,00 € + 1,50 € d. p. card open 5 ingressi: 55 € Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
Collaborazione artistica e cura Giulia Basel Assistente in scena Edoardo De Piccoli Musiche originali Alex Carlà Trombone Lorenzo Passerini Voci fuori campo Giulia Basel, Umberto Marchesani, Massimo Vellaccio, Alessio Tessitore Video mapping Stefano Di Buduo Elementi scenografici Elisabetta Gabbioneta Luci Renato Barattucci Foto di scena Federica Palmarin
Produzione Florian Metateatro Centro di Produzione Teatrale - Pescara Residenza Festival Quartieri dell’Arte Vitorchiano- Viterbo