PUNTOSUDIME di Daniela La Porta
Il 15 Marzo, Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, simbolo della lotta contro i Disturbi del Comportamento Alimentare
Questa giornata, che è giunta alla VII edizione, è nata nel 2012 su iniziativa di un padre che ha perso sua figlia a causa di quel tragico male dell’anima che non riesce più a stare nel corpo e a nutrirlo e a sentirlo.
Un padre che ha voluto e desiderato con tutte le sue forze che la sua esperienza fosse ricordata e mai più ripetuta.
L’obiettivo di questa ricorrenza è sensibilizzare l’opinione pubblica su questa tematica e accrescere la consapevolezza della gravità dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
In questi giorni asl, ospedali e associazioni di tutta Italia hanno organizzato iniziative volte non solo a diffondere la conoscenza di tali patologie ma anche a mettere a disposizione servizi come sportelli di ascolto, consulenze specialistiche gratuite e informazioni relative ai disturbi della nutrizione e all’alimentazione, alla loro prevenzione ed ai possibili percorsi di cura.
Quali sono i disturbi dell’alimentazione
Le principali forme di manifestazione del disturbo a cui si fa riferimento sono tre: anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating.
Le tre patologie hanno tratti in comune, tra cui una rappresentazione mentale distorta del proprio corpo, del peso e dell’alimentazione, una percezione distorta dei bisogni fisiologici e del senso di fame e di sazietà, un difetto di autostima.
Altri tratti sono invece distintivi quali la tematica del controllo piuttosto che del perfezionismo e una connotazione di impulsività.
Oltre a queste forme del disagio si possono riscontrare una serie di patologie alimentari che si presentano in modalità diverse. E’ il caso di disturbi alimentari sotto soglia, ossia quei disturbi che, pur necessitando di attenzione clinica, non soddisfano i criteri diagnostici per uno dei disturbi dell’alimentazione sopra specificati.
Un altra tipologia di disturbo alimentare è oggi l’ortoressia che consiste nella ricerca ossessiva di cibi ‘sani’.
– La tematica è ampia e complessa e tornerò a trattarla in altri articoli o su specifiche richieste dei lettori-
MALI DELL’ANIMA
Così li chiamano molte persone che ne soffrono o che sono vicine a chi ne soffre.
I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione possono essere espressi come un conflitto profondo fra:
– un’anima e un corpo che non riescono a trovare armonia
– bisogni e azioni per soddisfarli che non si incontrano mai
– ‘esserci’ e ‘non esserci’
‘Male dell’anima’ rende bene il senso della profonda sofferenza che colpisce le persone che vivono questi disagi nonché la loro gravità.
La gravità di tali disturbi va intesa sia in termini di sofferenza fisico-psicologica che di conseguenze sulla vita delle persone che ne soffrono e delle persone che gli sono accanto.
CHI COLPISCONO?
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in particolare anoressia e bulimia, fino a qualche decennio fa riguardavano prevalentemente giovani in età puberale e di sesso femminile.
Negli anni più recenti tuttavia il fenomeno si è ampliato fino a coinvolgere bambini in età scolare e prescolare e persone di età ben superiore a quella che caratterizza l’ingresso nell’età adulta. Anche dal punto di vista del sesso maggiormente colpito, ci sono stati dei cambiamenti: patologie come l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa hanno iniziato a riguardare in misura più accentuata il sesso maschile. Un esempio di anoressia al maschile è chiamata vigoressia nella quale l’attenzione ossessiva verso le forme e il controllo sul cibo si tramutano in ossessione per un corpo perfetto, muscoloso, scolpito.
L’aumento dei casi ad esordio precoce è spiegato da almeno due fenomeni: l’abbassamento dell’età di sviluppo sessuale osservato negli ultimi decenni e l’anticipata esposizione dei giovani, tramite sempre più rapidi e disponibili mezzi di comunicazione, alle pressioni socio-culturali relative alla magrezza, al corpo modellato e alla bellezza.
QUALCHE DATO
Un altro elemento di gravità dei disturbi alimentari riguarda la diffusione di tali disturbi.
I dati e le statistiche rese disponibili da diverse fonti ufficiali evidenziano che si tratta di uno dei problemi di salute mentale più diffusi: in Italia sono oltre 3 milioni i giovani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare.
Secondo l’OMS i disturbi del comportamento alimentare rappresentano la seconda causa di morte per gli adolescenti dopo gli incidenti stradali.
Dati allarmanti? Decisamente si.
Pur non occupandomi di epidemiologia e di percentuali non posso non trasmettervi il mio stato di allerta di fronte a certi dati.
NUOVO MODO DI ESPRIMERE IL DISAGIO?
Negli ultimi decenni il nostro paese come tutto il mondo occidentale ha vissuto una serie di mutamenti che hanno riguardato la cultura, i valori socio-individuali, gli stili di vita, i comportamenti e che si sono tradotti in nuove esperienze emotive e cognitive e conseguentemente nuove manifestazioni psichiche.
Un dato di fatto è che si sono diffusi disturbi psichici del comportamento tra cui dipendenze di vario tipo, disturbi del controllo degli impulsi e disturbi della sfera alimentare, che si sono affermati come una sorta di ‘moderna’ modalità di esprimere il disagio psichico.
Ad oggi è stato definito uno dei problemi di salute più diffusi; cito il professor Massimo Cuzzolaro, uno dei maggiori esperti nei disturbi alimentari in Italia che, in una delle sue pubblicazioni, parla di epidemia dei nostri tempi.
L’importanza di chiedere aiuto
C’è qualcos’altro che mi allarma come professionista e che mi spinge a dare il mio contributo attraverso questo articolo… la scarsa conoscenza del fenomeno, la difficoltà a riconoscerla come vicino a noi o ‘dentro’ di noi e ..ancor di più la paura e la vergogna di chi ne soffre nel gridarla e nel chiedere aiuto a professionisti specializzati.
‘Bambine, bambini, donne, ragazze o ragazzi che soffrite, fate sentire la vostra voce‘
Chi è riuscito a chiedere aiuto, esorta così tutte e tutti coloro che soffrono ancora in silenzio
Un messaggio importante che vorrei anche io gridare è che i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione si possono affrontare e curare
LA CURA
Un aspetto fondamentale nella cura di queste patologie è che i pazienti devono essere accolti in strutture che possono assicurare al paziente una equipe multidisciplinare integrata in cui collaborano diversi specialisti: medico internista, nutrizionista, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta.
Un altro aspetto da sottolineare riguarda la necessità di trattare i disturbi sia con la persona che vive il disagio sia con le famiglie che, pur non portando il sintomo legato al cibo, portano una enorme sofferenza, un vissuto di impotenza, di sensi di colpa, di senso di inadeguatezza.
LA GUARIGIONE
Una domanda ricorrente dei pazienti e dei familiari è “si può guarire?”. La domanda è irrefrenabile soprattutto nei periodi di maggiore sofferenza e quando la speranza talvolta viene meno accecata dal dolore e dal senso di impotenza.
Quando si parla di tale tipo di disturbi il concetto di guarigione è decisamente complesso. E’ importante tenere presente che non è possibile applicare gli stessi criteri della cultura medica, che intende la guarigione come il risolvimento favorevole e positivo di una condizione morbosa che ha avuto un’insorgenza e un decorso. Nel caso di patologie mentali, infatti,
il disturbo psichico non è una malattia che cambia il corso dell’esistenza ma è il cambiamento stesso dell’esistenza; è un’esperienza, un pezzo di vita, una crisi e una vicenda che mutano una persona.
Il termine ‘guarigione’ va pertanto affrontato con cautela in quanto può condurre ad un concetto di salute e malattia che non rende sufficientemente l’idea dell’individuo come persona. Una persona che vive esperienze molto dolorose come quella di un disturbo alimentare non può che rimanere in se stesso con le proprie ferite e le proprie debolezze, con le proprie cadute e con la propria capacità di rialzarsi inizialmente con l’aiuto di chi con competenza e con autentico desiderio di ‘cura’ accompagna, affianca e sostiene le persone che soffrono in un PERCORSO DI GUARIGIONE.
Parlare di percorso è necessario per comprendere che si tratta di concepire il decorso di una patologia alimentare in termini di evoluzione della patologia stessa, e considerarla in termini quantitativi e qualitativi ovvero tenendo conto sia della riduzione e della scomparsa dei sintomi specifici sia del miglioramento delle condizioni mentali e di vita complessive.
In tali termini è decisamente possibile parlare di risoluzione di patologie anche nel caso di disturbi così complessi come i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Raggiungere un’adeguata maturazione individuale e sessuale, un efficace inserimento nella vita sociale, una vita lavorativa soddisfacente e la costruzione di una vita indipendente dal punto di vista pratico e affettivo si può.
Raggiungere un senso di benessere e di ‘pienezza della vita‘, un senso di nutrizione del proprio corpo e della propria anima, una condizione insomma che è la condizione di salute a cui tutti aspirano e che tutti gli individui faticano nel corso della loro vita a conservare si può.
L’argomento che ho voluto trattare è decisamente complesso e merita molto più spazio e molte più riflessioni nonché una grande umiltà nel trattarlo
Per quanto mi riguarda il mio intento era sottolineare l’importanza di questa ricorrenza e contribuire all’informazione e alla sensibilizzazione su una tematica così attuale e delicata
Nel frattempo sono a disposizione per domande, chiarimenti, informazioni più approfondite, fin dove posso arrivare con le mie conoscenze e competenze
Utilizza i commenti oppure scrivimi a: danielalaportapsi@gmail.com
A presto!
Daniela La Porta