di Sarah Putzu
“Giapponizzati – Racconti di un viaggio di moda”Un’importante mostra che ripercorre l’influenza che la cultura giapponese ha avuto sulla moda italiana e non solo
L’esposizione-evento sarà ospitata sotto l’egida di Modenamoremio, dall’8 giugno al 7 luglio 2018 presso la Chiesa di San Carlo a Modena con un imponente allestimento a cura dell’architetto Fausto Ferri, dopo il successo avuto al Castello di Santa Severa, esposta per oltre 4 mesi con notevole apprezzamento di pubblico e di critica
La mostra, a cura di Stefano Dominella, narra non solo il complesso fenomeno che è stato il giapponismo, ma anche l’intreccio di diverse culture che hanno dato luogo a fenomeni socio-economici, politici e di costume
Il viaggio di Hasekura Tsunenaga
La mostra ha come punto di partenza il viaggio di Hasekura Tsunenaga, primo samurai-ambasciatore giapponese, figura emblematica e vassallo convertito al cristianesimo che, nel 1615, arrivò in Italia, soggiornando proprio al Castello di Santa Severa e indossando sontuosi drappi indiani e cappelli alla romana, a simboleggiare di come la moda riesce a varcare qualunque confine. L’ambasciatore Tsunenaga, partito nel 1613 da Ishinomaki in Giappone, fu mandato in spedizione alla volta di Roma per incontrare Papa Paolo V. I rapporti diplomatici tra Italia e Giappone, sorti per necessità di carattere commerciale, continuarono positivamente nei decenni successivi ed ebbero delle invidiabili conseguenze di carattere culturale. L’esotismo giapponese è stato tema di grande ispirazione nella letteratura, nella musica, nel teatro, nell’arte e nella moda.
Una diffusa passione per il Giappone e per la sua cultura
Nei primi del ‘900 scoppia in Europa e in Italia una diffusa passione per il Giappone e per la sua cultura: nasce il giapponismo. La moda femminile cambiò drasticamente preferendo capi più ampi e disegnati con una forte impronta orientale, volumi, tessuti rigidi, sovrapposizioni, realizzati in tessuti e colori diversi, ma armoniosi, che rispecchiano le stagioni e gli stati d’animo: creazioni ispirate ai kimono. Contemporaneamente, dopo un periodo di grande chiusura, il Giappone si ispira all’occidente, a tal punto che anche le donne cominciarono ad indossare, in alternativa al kimono, abiti europei ed essere chiamate moga, modern girl.
Antichi Kimono giapponesi, obi, hakama
Seguendo il ritmo del racconto, “Giapponizzati. Racconti di un viaggio di moda” ripercorre l’iter cadenzato da stili e periodi diversi, tra revival e contemporaneo.
Sono in mostra capi creati da stilisti di chiara fama, da giovani designer e da ospiti internazionali che hanno interpretato nelle varie significazioni il tema del giapponismo. Così si espongono in una vera e propria mostra artistica, allestiti come opere d’arte, antichi Kimono giapponesi, obi, hakama, provenienti da importanti collezioni private.
Abiti di ispirazione giapponese
“Haekura Tsunenaga è considerato il Cristoforo Colombo giapponese – spiega il curatore della mostra Stefano Dominella – e la sua influenza è stata forte, non solo per l’avvio degli scambi commerciali e culturali, ma anche per la moda vera e propria. Porta in Italia una parte dell’orientalismo, tanto che le nobildonne romane cominciano a indossare abiti di ispirazione giapponese: volumi, tessuti rigidi, sovrapposizioni, stoffe e colori che rispecchiano le stagioni e gli stati d’animo.
La tendenza – conclude Dominella – arriva fino al ‘900 quando si assiste a una contaminazione bilaterale, con le giapponesi che cominciano a scegliere abiti occidentali e a farsi chiamare moga, modern girl”.
La moda racconta storia, contaminazione, cultura. E’ sul corpo vestito che si legge la storia
Una contaminazione culturale dove la tradizione dell’una diventa la trasgressione dell’altra senza comprometterne l’eleganza. L’eleganza tipica della cultura giapponese, una delle più affascinanti al mondo, un po’ mistica e al contempo raffinata e pura.
Perché la moda è arte, l’arte della personalità, quella personalità che è influenzata dalla cultura, una cultura di mondo, senza limiti né confini
Dall’ 8 Giugno al 7 Luglio 2018 Chiesa di San Carlo Via San Carlo, 7, Modena
Sarah Putzu
Studio Comunicazione, Tecnologie e Culture Digitali, facoltà di Scienze politiche, Sociologia e Comunicazione – Università Sapienza di Roma. Lavoro nel campo dell’istruzione, vivendo il valore “formazione” come strumento di crescita personale per eccellenza; da Tutor seguo gli studenti con passione e dedizione. Comunicare è donare una parte di sé e ascoltare è la capacità di coglierne la profondità, anche attraverso la fotografia, mia grande passione.
Vivo attorno al concetto di personalizzazione, che intendo “l’immergersi nelle esperienze, cogliendo l’emozione nei piccoli dettagli”.