#ritrattodautore di Elena Galifi
GirodiCorte a Taviano, nel Salento
…tra poesia e musica, ieri, oggi, domani
Non basta una luna piena in cielo per illuminare la notte tenebrosa di un giovane precocemente scomparso. I suoi scritti hanno bisogno di un suono corale. E così è avvenuto.
Tre donne a Corte Garibaldi, in una antica angolo di Taviano, nella provincia di Lecce, si sono incontrate, insieme non per ricordare o celebrare ma per far conoscere le opere di Cosimo Russo, poeta filosofo contemporaneo.
Il regalo di una immagine antica che si proietta nel futuro.
Le tre donne sono la madre di Cosimo Russo, la signora Luigina Paradiso, che affronta dignitosamente la precoce scomparsa di suo figlio; l’amica di infanzia Patrizia Morciano, a testimoniare la natura di genio di un poeta discreto, e una voce di un’attrice, Francesca Stajano, che a caso apre il primo libro dal titolo “Per poco tempo”, che raccoglie la sua poetica per regalare l’emozione giusta al momento giusto, guidata chissà magicamente dall’aldilà.
La voce dolce di mamma Luigina
Così riecheggia tra le mura, la voce di questa madre che cerca rassegnazione.
Luigina Paradiso la trova nell’arte di suo figlio, in una eredità innaturale che vede questa volta un giovane donare il proprio patrimonio al proprio vecchio, non già il contrario.
Un patrimonio fatto di cultura e che fa cultura. E così tra le parole di Luigina, avvertiamo il suo vuoto incolmabile ma anche l’orgoglio di colei che accetta il destino e per il quale si sente privilegiata.
Qualcuno le riconosce una grande forza e lei risponde che “la forza si chiama amore, quella di un genitore che vuole sconfiggere la morte e l’unico modo per superare il dolore è quello di dare vita alla ragione poetica del Cosimo”.
Così in un percorso postumo, scopre, riscopre e conferma le virtù di suo figlio e del suo animo gentile e generoso. Emerge ciò che il cuore di mamma e la sua esperienza di bibliotecaria le induceva a sospettare:
Cosimo Russo, suo figlio, lo afferma con emozione…era un poeta!
Un poeta filosofo contemporaneo riconosciuto pubblicamente a pieno titolo.
Lei stessa ricorda che Cosimo Russo è stato riconosciuto “poeta filosofo contemporaneo” in un convegno che si è tenuto all’Università del Salento 24 maggio, dove è stato presentato e avuto il supporto critico e letterario da parte di filosofi e studiosi di poesia, da docenti di filosofia come Carlo Alberto Augeri e Mario Castellana, o di storia come il professor Pasquale Rosafo nonché dall’altro suo figlio, lprofessor Antonio Russo.
Cosimo Russo era uno studioso e solo nella sua casa si contano oltre 600 volumi di fisica, di metrica, matematica e di filosofia, ma il suo linguaggio risulta semplice e nel contempo metafisico.
La magica voce narrante di Francesca
Chi era Cosimo Russo lo scopriamo tra le righe lette, dalla speciale voce narrante dell’attrice internazionale Francesca Stajano, e lo impariamo a conoscere attraverso i suoi scritti.
Quelle parole che Luigina tanto minuziosamente sta raccogliendo con cuore infranto dal dolore, raccattando emozioni tra brandelli di vita privata impressa sui fogli e che ora diviene con la lettura in piazza, patrimonio di tutti.
Così la vera protagonista della serata è la parola di Cosimo. Quella che racchiude i suoi pensieri semplici ma mai scontati o banali.
La parola che nella poesia “Adolescenza” trasforma autobus sgangherati di studenti in “un corriere blu come il cielo che fagocitano gemme di giovinezza”.
E proprio attraverso la lettura suggestiva dell’attrice Francesca Stajano si disegnano nell’aria idee e immagini che erano impresse nella mente del poeta nel raccontare il Salento e che ora riusciamo a vedere e vivere con i nostri occhi.
Francesca non recita. Interpreta come guidata dal poeta.
Lui le fa aprire a caso il libro sulla poesia che sembra adatta alla circostanza e al momento. E questo accade ogni volta, non solo in questa sera, tanto da apparire come una sequela di coincidenze che portano ad uno sconosciuto disegno. Un serie di fatalità che spingono tutte in una direzione ideale.
Francesca, non è lì per caso. Francesca è una presenza preziosa nella vicenda del poeta, che si materializza in quella amichevole stima di anni tra lei e mamma Luigina. E che l’ha vista accanto ad una madre proprio in quella circostanza triste ed improvvisa della morte di Cosimo, in una vicinanza quella di Francesca che tentava di lenire un dolore inaccettabile.
Francesca sembra essere stata votata dal fato a divenire la voce narrante di questa vita spezzata che, con gioia, ha ancora tanto da dire, quella di un poeta che non muore mai e sarà sempre la voce del Salento.
Ma Francesca Stajano sembra anche essere destinata a ricoprire lei stessa il ruolo di ambasciatrice delle bellezze poetiche ed emozionali delle terre salentine. Virtù di una terra che ha ben interpretato e promosso con il corto Frammenti, dalla regia di Raffaello Sasson, un’opera realizzata proprio nel Salento che ha avuto numerosissimi premi e riconoscimenti dalle giurie di festival cinematrografici internazionali nel mondo.
Così tra ricordi privati e la lettura pubblica delle sue emozioni, il poeta sembra non aver perso la sua fisicità e lo ritroviamo tra i vicoli attraverso le sue stesse parole, tra i meandri dei suoi pensieri che non moriranno mai.
Patrizia, amica di sempre
La terza donna della serata è la professoressa Patrizia Morciano.
Lei è accanto alla madre, per aiutarla in questo difficile lavoro di raccolta, archiviazione e promozione della poetica di Cosimo Russo.
Ma Patrizia è soprattutto una amica di infanzia di Cosimo, quello che lei chiama affettuosamente Mimmo.
L’amica di sempre è presente a ribadire una natura di genio poetico che in vita non ha mai vantato la sua arte. Di una persona che volutamente appariva ordinaria, parte di un gruppo, di una comunità, di una compagnia, ma che nell’intimo esplodeva di poesia, tra passione per la poesia e la metrica. Ciò che colpisce è proprio la sua umiltà. Questo testimonia l’amica Patrizia, la quale racconta che Mimmo a lei diceva che scriveva poesie, ma non le divulgava, lui non si metteva in mostra.
Ma, dalle parole della professoressa Patrizia Morciano, nelle poesie di Cosimo Russo c’è spessore e valore nei suoi testi, si avverte il suo oscillare tra la volontà di seguire l’anarchia metrica della poesia del ‘900 e la cantabilità propria della tradizione. Musica interiore che Mimmo sentiva dentro e travasava nella pagina.
GirodiCorte tra i borghi di Taviano
GirodiCorte, manifestazione organizzata da Paola Ria, Donatello Pisanello, Eliseo Aprile e Antonio Pasca. sembra sede ideale di queste emozioni ed ha scelto la corte Garibaldi per accogliere la poetica di Cosimo Russo, in una serata coordinata elegantemente da Antonio Pasca.
Il borgo che accoglie la Corte Garibaldi, è di una struggente bellezza e vita, sebbene sia oggi abbandonato e deserto.
Tale luogo, una volta, accoglieva il quotidiano di famiglie che condividevano momenti comuni.
E tra le poesie proposte a caso da Francesca Stajano “Caterina” sembra veramente giungere un segnale.
Racconta di una strada antica dove viveva una donna Caterina, anziana e saggia oramai insensibile al vocio delle genti, accoglie e vizia i giovani con liquori e ricordi.
Questa poesia sembra racchiudere e sintetizzare tutto il senso della serata: un luogo antico, la figura femminile, i giovani.
Una poesia che dà fiducia ai giovani e da loro speranza.
Un verbo antico che si unisce alle parole di mamma Luigina che parla col cuore in mano di suo figlio e di tutti i ragazzi che ha conosciuto nel suo ruolo di bibliotecaria. I giovani hanno delle potenzialità, perché tutti nasciamo con un dono…
Un luogo antico animato di giovinezza
E con queste parole il puzzle di presenze della serata fa coincidere le altre singole tessere del mosaico.
Così prende un senso, dapprima sconosciuto, che ad aprire la serata e anticipare la poetica di Cosimo, una piccola e interessante lectio magistralis sul poeta filoso Girolamo Comi da parte del giovane esperto Renato De Capua.
Si scoprirà che esiste un legame, fino a quel momento ignorato, tra i due poeti. Cosimo amava la poesia di Girolamo Comi, e spesso si recava a Palazzo Comi con l’entusiasmo di scoprire la sua poesia nella raccolta “Spirito di armonia”.
Una notte quieta che sembra voler ascoltare a pieno la voce di un poeta.
A chiusura di serata va ancora in scena l’arte ricercata e raffinata di altri giovani, anche essi dotati di un proprio dono. Unico e irripetibile.
La voce dolce e suadente di Ludovica Pasca sulle note magistralmente eseguite dalle mani di due giovani che insieme formano il gruppo dal simpatico nome Gli Ex della tua ragazza. Un nome di che di fatto non svela nulla della loro bellezza con lo spettacolo Minestra Gipsy.
In un repertorio di musica dal mondo, in un momento senza spazio e tempo, si ripropone un passato di musica che non morirà mai, percorrendo un viaggio attraverso i territori dello swing, del gipsy, del blues e altre sonorità ricercate.