È a Scicli che tutto riporta all’infanzia
Un’infanzia è fatta di fiabe, semplicità e soprattutto genuinità.
Nella piccola cittadina nel ragusano nasce il 5 agosto scorso Don Tabaré, pasticceria goliardica, luogo d’incontro e condivisione del gusto.
È qui che due giovani ragazzi, William Raimondo e Antonio Sarnaro, studiano e mettono in pratica il loro sogno. Due persone alquanto diverse e lontane dalla ristorazione, ma che hanno saputo distinguersi per valori e originalità.
“Abbiamo fatto ciò che gli altri avevano paura di fare”
“Non poteva realizzarsi tutto questo senza la saggia collaborazione di Giovanni Galesi, direttore della Scuola di alta formazione per Chef Nosco di Ragusa nonché padre del progetto – racconta Antonio Sarnaro – che ci ha guidato meravigliosamente in tutto il percorso”.
“Abbiamo creato ciò di cui questa cittadina aveva bisogno, ossia un contenitore di persone che hanno una storia da raccontare e voglia di condividere”.
Una giostra di dolci, all’interno di un’ex chiesetta dai toni architettonici particolari che riportano al territorio e alle tradizioni del posto in un contesto storico, artistico e culturale unici.
“Tabaré” nel dialetto siciliano significa “Vassoio di dolci” utilizzato appunto per servire agli ospiti pietanze varie tra cui i biscotti nelle cerimonie. “Don” è legato all’origine della chiesetta, ma in particolare al suono della campana.
“Non si tratta solo di una bottega per eccellenza – prosegue Antonio, ma molto di più. I nostri non sono clienti, ma ospiti d’eccezione: sono loro, infatti, i veri protagonisti ma soprattutto i destinatari delle emozioni che vogliamo suscitare in loro”.
Tutto ciò si sviluppa in un ambiente accogliente dove ci si possa sentire a casa propria in una condivisione continua di esperienze emotive e sensoriali all’insegna dell’innovazione.
Oltre allo staff formato da 12 professionisti, la goliardica pasticceria può contare su collaborazioni esterne con Chef stellati come Claudio Ruta (La Fenice), Accursio Craparo (Accursio Ristorante) e Vincenzo Candiano (Locanda Don Serafino).
“Questi personaggi del mondo dell’alta cucina oltre a contribuire alla formazione del nostro personale hanno sposato il nostro progetto, diventando così partner con proposte culinarie gourmet in particolare con tre dessert presenti nel nostro menù”.
La giostra del Don Tabaré
La giostra rappresenta un simbolo molto importante per l’attività. Tutto si sviluppa in senso circolare, il che significa stare in mezzo alle persone in una condivisione totale che avviene in una prospettiva di 360°.
Non si tratta del classico negozio dove entri, compri qualcosa al bancone e te ne vai. Qui si gira intorno, si esplora, si osserva, sembra di essere in un museo racconta Antonio con una punta di orgoglio.
“I nostri ospiti vengono poi invitati a sedersi per cominciare a vivere l’esperienza intorno al prodotto. Chiediamo di partire dall’aspetto visivo per poi dedicare il tempo necessario all’esperienza del gusto e cosa più importante, alla condivisione dell’esperienza stessa”.
I prodotti
La provenienza delle materie prime lavorate è locale, ogni referenza viene scelta e selezionata con cura da produttori della zona, in un raggio di massimo 5 km per garantire la tracciabilità di filiera e una qualità sempre ad alti livelli.
Il pane
Non solo dolci dalle note sicule possono gustarsi nella giostra del Don Tabaré, ma anche prodotti che hanno come protagonista il pane.
Non a caso, il pane viene considerato il cibo primordiale con una funzione importante: lega la persona al proprio spirito in un elemento semplice e umile. Nel recupero delle origini, il pane riporta a quelle più pure di necessità e genuinità.
“Abbiamo deciso di creare una linea di piatti genuini e semplici che privilegiano il pane – ci spiega – come ad esempio Fiabe di pane, Casette di pane, Giostre di pane, Baci di pane, tutti con un principio in comune: i prodotti utilizzati all’interno del piatto, come ortaggi o frutta, vengono semplicemente appoggiati, accompagnando il pane. In questo modo non c’è lavorazione né mescolamento delle materie prime, mantenendo così inalterate sia le proprietà organolettiche che qualitative, oltre che preservare ogni singolo sapore. Privilegiamo l’accostamento piuttosto che la fusione”, enfatizza.
Il cannolo siciliano
Non poteva mancare qui il cannolo siciliano, prodotto per eccellenza dell’isola.
Un must firmato Don Tabarè, dove la cialda è fatta di farina di manioca rigorosamente prodotta a Ragusa e molita da un mulino artigianale ad acqua con una macina in pietra di Scicli.
La particolarità di questi cannoli è la farcitura con l’eccellente crema di limone verdello autoctono, un limone tipico estivo, leggermete più amarognolo delle varietà invernali che ben si adatta a esigenze alimentari quali intolleranze e allergie, oltre che al consumatore vegano e a quello che ricerca prodotti gluten free.
Largo spazio alla creatività dei bambini
Qui da Don Tabaré si privilegia l’infanzia, dove tutto è visto con gli occhi di bambino. Quindi si dà ampio spazio anche ai più piccoli.
Non è un luogo solo per adulti, anche i bambini hanno la possibilità di vivere un’esperienza di condivisione.
“Mettiamo a disposizione dei bambini – spiega Antonio – dei pastelli e delle immagini da colorare. È interessante vedere come un bambino va fuori dai confini, è proprio quello che abbiamo fatto noi per arrivare a tutto ciò. Molti ce li donano rimarcando il concetto basilare di condivisione che il bambino ha per sua natura”.
“Inoltre – prosegue – abbiamo in programma già dal prossimo autunno diversi eventi di condivisione con il pubblico, dove particolare rilievo sarà dato ad attività didattiche nelle quali i bambini potranno toccare con mano i prodotti della loro terra e testare la genuinità, riscoprendo le loro origini”.
Piccola città, grande patrimonio
“I prodotti parlano di noi stessi, del nostro posto, delle nostre origini – spiega Antonio.
Tutta l’attività ruota intorno a Scicli, un suggestiva cittadina siciliana, con continua fantasia ed entusiasmo che nasce dalla voglia di riqualificare la nostra terra trasformandola in un luogo dinamico.
“E’ un’immensa soddisfazione vedere che quando fai una cosa bella nella tua città, immediatamente vedi come migliora con il tuo intervento. Tutto questo si trasforma in un orgoglio personale che dà senso alle fatiche e agli investimenti quotidiani”.
Scicli è una piccola cittadina di circa 26.000 abitanti e noi abbiamo contribuito a cambiare il volto della città”.
La cittadina deve la sua notorietà mediatica perchè è il luogo che ha fatto da sfondo alle scene de Il Commissario Montalbano, ma Scicli è soprattutto simbolo di arte e cultura in tutta la Sicilia, insignita dall’Unesco a Patrimonio dell’Umanità per il suo centro e le sue quattro borgate che presiedono le coste.
“Tutto qui è legato al territorio – conclude Antonio. L’intenzione futura non è tanto esportare i nostri prodotti, quanto esportare il nostro modello genuino”.