L’intervista di Elena Galifi
Continuano con grande successo le repliche di “Quel genio irriverente di Mozart”
Nella Chiesa di Sant’Egidio nello splendido centro storico di Palombara Sabina il concerto spettacolo vede il maestro Maurizio Angelozzi al pianoforte , Egidio Decino al corno francese e l’attrice internazionale Francesca Stajano Sasson impegnata nella lettura delle lettere del grande compositore austriaco
In attesa del debutto romano al Teatro Arciliuto, incontriamo Francesca Stajano Sasson scambiamo con lei qualche riflessione sul valore e il piacere di spedire e ricevere delle lettere oggi, rispetto al passato.
Abbiamo dimenticato cosa vuol dire aprire la cassetta della posta e trovare una immagine che arrivava da lontano, e cercare di decifrare una firma per capire chi ce la aveva inviata, cercando di fare mente locale e ricordare chi ci aveva detto che sarebbe andato in vacanza proprio lì, in quel luogo … e nel contempo abbiamo perso la capacità di ascoltare le parole che descrivono persone, personaggi, situazioni e luoghi lontani, e immaginare invece di sapere…proprio come accadeva in passato, in passato, in quel passato che oggi riusciamo a scorgere attraverso le lettere di Mozart
1.Qual è la prima emozione che hai avuto nel leggere l’Epistolario di Mozart?
La prima sensazione è quella di una incredibile modernità di pensiero, anche se ci troviamo nella metà del 1700, il linguaggio è molto diretto, schietto, tipico di quella che ho compreso essere la natura mozartiana. Le lettere sono un vero tesoro, una chiave per comprendere il mondo di Mozart e della sua epoca con una meravigliosa e geniale lente di ingrandimento ultra sensibile.
2.Nelle parole di Mozart, intravedi più una testimonianza del passato o l’immagine di un personaggio attuale?
Se non fosse per il contesto lo si direbbe molto attuale, certo un diligente scolaro, una ottima penna e capacità di descrivere fin nei dettagli il mondo che lo circondava.
3. Che mondi interiori descrive Mozart nelle sue lettere?
Mozart è sempre molto attento a tutto quello che accade e non tralascia divertenti giudizi o sensazioni, ma secondo me la cosa più evidente è il suo grande amore per la famiglia, era molto legato ed affettuoso con loro, tenero, dolce fino al paradosso. Una certa ansia rispetto al futuro inoltre si intravede tra le righe, voleva riuscire a vivere della sua musica come un libero professionista, in un’ epoca in cui i musicisti lavoravano esclusivamente nelle corti, alle quale erano asserviti e devoti. Lo spirito ribelle di Mozart lo porterà a sognare, e in questo sarà un precursore, di essere libero e poter scegliere committenti e lavori, in parte ci riuscirà inimicandosi però molti potenti dell’ epoca.
4. Quale ritieni possa essere il valore di una “lettera” oggi, rispetto al valore di una lettera ieri?
La cosa bella delle lettere, e anche io ho avuto la fortuna in passato di scriverne e riceverne, sta nell’attesa della risposta. Si attendono giorni e quando arriva la tanto agognata lettera, il mondo intorno è cambiato rispetto a quando la si è scritta ma è come se si tornasse a quel momento, si cercano le risposte alle domande…è un po come fermare o tornare indietro nel tempo. Tutto questo è una felice scoperta per l’uomo di oggi ormai connesso sempre e pieno di domande e risposte immediate, si torna ad assaporare l’attesa, il tempo, i minuti che passano, sarebbe bello ogni tanto scriversi ancora delle lettere. Poi le lettere restano , spesso conservate in qualche cassetto e sono parte della nostra storia, della nostra vita. Se oggi possiamo fare questo tipo di spettacolo è proprio grazie a loro,che sono i nostri testi ma anche la chiave di lettura che diamo al pubblico per ascoltare il concerto. In fondo poi gli spartiti musicali e le lettere hanno in comune di essere scritti e di parlare all’anima dell’uomo, i linguaggi sono diversi ma perfettamente sincronizzabili.
5. Leggendo queste lettere, rispetto al passato, qual ritieni sia il significato e il valore della parola “attesa”, oggi che siamo abituati all’immediatezza, alle spunte su w.app, ad internet, sapendo che in qualunque parte del mondo il messaggio potenzialmente è ricevuto in tempo reale?
L’attesa fa crescere il desiderio della risposta, ci insegna la pazienza, la tolleranza, la comprensione fatta dal tempo e con il tempo di chi ci circonda, Era molto meglio immaginare nell’attesa quella che si volesse come risposta piuttosto che la risposta vera, la fantasia e il sogno di qualcosa di diverso si faceva dunque strada nel cuore, arricchendoci di nuovi contenuti e realtà immaginarie.
6. Secondo te, chi ricorda il gusto di ricevere una cartolina, un’immagine in cui tuffarsi nel sogno dei un luogo?
Sicuramente le persone della mia generazione lo ricordano bene, quelle cartoline mandate dai luoghi di vacanza, bruttissime, ma che testimoniavano il nostro pensiero, significavano sto pensando a te anche se sono lontano, erano sempre una sorpresa gradita.
7. Una domanda personale. Francesca è più vicina alle parole o alle note musicali?
Sto avendo questa grande opportunità di lavorare con dei grandi musicisti diplomati all’Accademia di Santa Cecilia come il Maestro Angelozzi ed Egidio Decino, non è bello è bellissimo, la musica ed il bel canto mi hanno sempre rapito, ho studiato canto per tre anni e ho anche cantato in scena. In questo spettacolo nato da una chiacchierata telefonica tra me e il maestro Angelozzi, si attua una strana e divertente operazione, le parole e la musica viaggiano insieme e l’una è di supporto all’altra, il risultato è quello di uno spettacolo piacevole ed adatto anche ad un pubblico vario.
8) In scena indossi un abito della collezione Emilio Ricci Luxury che ti rende molto mozartiana, continuerai ad indossare le sue creazioni?
Si assolutamente, anzi ti do una anticipazione, Ricci sta creando dei costumi ancora più mozartiani e presto li vedrete in scena, Come sai i suoi abiti sono in fibra naturale e donano una grande serenità e pace interiore, l’ideale per una esibizione in pubblico ma anche per la nostra vita di tutti i giorni, sempre più caotica e stressante. Ho scoperto il mondo di My natural dream di Emilio Ricci ed ora non posso più farne a meno, dall’intimo al telo da bagno fino all’abito da sera. Ad ornare il costume di scena indosserò dei magnifici gioielli di “Me” – Gioielli d’autore di Massimiliano Facchini, un creatore di gioielli unico e molto particolare, che unisce l’arte e ma maestria del passato allo stile del futuro, Adoro le sue creazioni.
9. Quale sarà il prossimo appuntamento e, naturalmente, il progetto?
Il prossimo appuntamento con Quel genio irriverente di Mozart sarà il 2 Dicembre a Palombara Sabina dove abbiamo iniziato questo viaggio e poi arriveremo a Roma il 20 Gennaio e il 24 Febbraio al Teatro Arciliuto, inoltre una società di distribuzione e produzione teatrale molto importante ci ha chiesto di poter distribuire il nostro spettacolo in tutta Italia per la prossima stagione estiva ed autunnale.